Dall’anno scorso il sistema di accesso alle scuole di specializzazione di medicina è stato modificato inserendo un sistema di accreditamento preliminare che è stato affidato ad un Osservatorio nazionale accademico composto da docenti universitari e nominato dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur). Un sistema creato per migliorare la formazione degli specializzandi, fissando parametri assistenziali (numero di ricoveri, numero di prestazioni, numero di interventi ecc.), didattici (presenza di docenti di prima e seconda fascia della materia) e scientifici (citazioni, pubblicazioni e altri).
L‘anno scorso, la Scuola di specializzazione di Chirurgia dell’Università di Cagliari non fu accreditata per decisione dell’Osservatorio. Quest’anno, invece, la procedura è partita in anticipo e la Scuola ha superato le prime fasi, evidenziando una rete formativa ed un numero di intervento più che sufficienti tanto da poter formare sino a nove specializzandi, ha superato anche l’esame del corpo docente, ma al momento dell’esame dei dati Agenas si sono ripresentate le criticità che avevano determinato il mancato accredito dell’anno precedente. Alla Facoltà ed al coordinamento della Scuola di specializzazione sono state chieste spiegazioni documentali ed un piano di adeguamento: “La richiesta è stata fatta il venerdì con scadenza il lunedì mattina alle 11, ma, nonostante i tempi strettissimi, si è individuato il problema, relativo ai dati della chirurgia della mammella, e sono stati forniti precisi chiarimenti da parte del Coordinatore della Scuola, dal Direttore generale della Aou e dall’Assessore regionale della Sanità”, ha spiegato Alessandro Sorgia, consigliere comunale di Cagliari, che già a dicembre aveva presentato un ordine del giorno di sostegno alla Scuola, approvato con un voto bipartisan (tranne i consiglieri di Psdaz, La Base e Partito dei Sardi, che si erano astenuti).
Però, “le spiegazioni non sono state considerate sufficienti – ha aggiunto Sorgia – e, seppure da fonti non ufficiali, si è venuti a conoscenza che anche quest’anno la scuola non è stata accreditata. Si ha la netta sensazione che si cercasse un pretesto per non accreditare alcune scuole e che nell’Osservatorio molti non amino l’Università di Cagliari, o forse è la città che paga una sua debolezza politica”. Come effetto del mancato accreditamento, parecchi medici formati a Cagliari saranno costretti ad andare a specializzarsi in altre sedi nazionali ed estere, e di questi molti non rientreranno: “La nostra città ha bisogno di giovani medici, anche urgentemente: si pensi al fatto che nei prossimi 10 anni a Cagliari andranno in pensione tantissimi medici, con una stima di quasi il 50% del personale. Questo problema colpisce in maggiore misura proprio la chirurgia generale, come riportato dall’Osservatorio regionale dell’Assessorato della Sanità. Presto la classe medica sarà caratterizzata da professionisti sanitari esausti, mentre i più giovani preparati e motivati fuggiranno all’estero e probabilmente si dovrà importare specialisti. L’imbuto formativo, come viene chiamato questo sistema, andrà per forza di cose a discapito non solo della classe medica e degli ospedali, ma anche dei pazienti, che non avranno a disposizione il numero adeguato di medici”.
“Tutto ciò a fronte di una rete formativa del sud Sardegna che presenta un numero di interventi rilevantissimo tanto da potere formare anche nove specializzandi per anno, che presenta eccellenze nella Chirurgia della tiroide (al 4° posto in campo nazionale), nella chirurgia del colon retto (tra le prime 10 in campo nazionale) presenti in Aou e altre eccellenze presenti nelle strutture collegate in rete come la chirurgia oncologica della mammella al Businco e la chirurgia dei Trapianti e la Chirurgia dell’Obesità al Brotzu”. (red)
(admaioramedia.it)