La decisione finale del Ministero dell’Università e Ricerca (Miur), basata sulla valutazione di un Osservatorio accademico, ha generato numerose proteste e perplessità. Tanto che la scelta di non accreditare la Scuola di specializzazione di Chirurgia dell’Università di Cagliari è arrivata anche nel Consiglio comunale cittadino, che nei giorni scorsi ha approvato, con un voto bipartisan (tranne i consiglieri di Psdaz, La Base e Partito dei Sardi, che si sono astenuti), un ordine del giorno presentato, ad ottobre, da Alessandro Sorgia, consigliere del gruppo Misto.
Sindaco e Giunta comunale vengono invitati ad impegnarsi nel salvataggio della scuola di specializzazione, valutando “le possibilità di intervento presso le Autorità competenti, quali il Miur ed il Ministero della Salute, per eliminare le tante incongruenze evidenziate, nell’interesse della città di Cagliari e dei suoi abitanti”. Infatti, con questa chiusura, in Sardegna resterà attiva solo quella dell’Università di Sassari: “Il mancato accreditamento, portando come conseguenza la mancanza di nuovi ingressi, causerà nell’immediato futuro la sua chiusura con danni incalcolabili – ha spiegato Sorgia – Le possibilità di lavorare senza titolo da specialista sono estremamente scarse. Inoltre, quando si riesce a trovare qualche alternativa, in genere si tratta di lavori a tempo determinato o comunque saltuari”.
Inoltre, parecchi medici formati a Cagliari saranno costretti ad andare a specializzarsi in altre sedi nazionali ed estere e solitamente la quasi totalità non rientra nell’Isola: “Cagliari ha bisogno di giovani medici e anche urgentemente, nei prossimi 10 anni andranno in pensione tantissimi medici, quasi il 50%, soprattutto nel settore della ‘chirurgia generale’, come riportato dall’Osservatorio regionale dell’Assessorato alla Sanità. Se, nel contempo, i più giovani preparati e motivati fuggiranno all’estero, saremo costretti ad importare specialisti”.
Questo fatto penalizzerà non solo la classe medica e gli ospedali, ma sopratutto i pazienti, che non avranno a disposizione un numero adeguato di medici, riducendo, in breve tempo, i livelli di assistenza nei reparti di chirurgia dell’area metropolitana di Cagliari, in particolare del Policlinico di Monserrato. (red)
(admaioramedia.it)