Durante una normale battuta di pesca, lo scorso 29 maggio, il peschereccio Elisabetta Beatrice in attività nel Golfo di Cagliari aveva issato a bordo un pericoloso ordigno esplosivo, rendendo necessario l’intervento dei palombari del Gos (Gruppo operativo subacquei) del Comando subacquei ed incursori della Marina militare, che con una delicata operazione subacquea, duranta fino ad ieri, lo hanno rimosso e neutralizzato.
“A causa della situazione di pericolo imminente per la pubblica incolumità – ha spiegato al termine dell’operazione, il comandante del Nucleo Sdai (Sminamento difesa antimezzi insidiosi) di Cagliari, tenente di vascello Gabriele Paparo – abbiamo raggiunto immediatamente il peschereccio ed abbiamo riscontrato che sulla sua poppa era adagiato un cartuccere di una mina ormeggiata della seconda guerra mondiale con ancora i suoi 300 chili di esplosivo. La prima cosa da fare era quella di ripristinare le condizioni di sicurezza del porto, pertanto lo abbiamo rimosso con la massima cautela e lo abbiamo rimorchiato in una zona di sicurezza individuata dall’Autorità marittima. Le operazioni tese alla distruzione di questo pericoloso manufatto bellico si sono concluse, attendendo le condizioni meteo favorevoli ed applicando le consolidate tecniche tese a preservare l’ecosistema marino. E’ importante raccomandare a chiunque dovesse imbattersi in oggetti di questo tipo, con forme simili a quelle di un ordigno esplosivo o parti di esso, di non toccarli o manometterli in alcun modo, denunciandone il ritrovamento, il prima possibile, alla locale Capitaneria di Porto o alla più vicina stazione dei Carabinieri”.
Lo scorso anno, i palombari della Marina militare hanno recuperato e bonificato un totale di 22.000 ordigni esplosivi di origine bellica, mentre dal 1 gennaio 2018 sono già 6.482 i manufatti esplosivi rinvenuti e neutralizzati nei mari, fiumi e laghi italiani, senza contare i 12.961 proiettili di calibro inferiore ai 12,7 mm e 12 ordigni a caricamento speciale. (red)
(admaioramedia.it)