Il Comune di Cagliari prova a spiegare il sistema di ‘porta a porta’ scelto per la raccolta differenziata dei rifiuti, ma gli incontri coi cittadini, privati e commercianti, evidenziano lacune e difficoltà nei protocolli scelti.
“Gli orari previsti per la raccolta non coincidono con i nostri orari di lavoro. Non possiamo rimanere sul posto di lavoro 24 ore su 24 per aspettare gli operatori”, hanno lamentato i ristoratori nell’incontro odierno convocato dall’Amministrazione. Categoria che ha evidenziato sentirsi particolarmente penalizzata dal sistema della raccolta, ma i rappresentanti del Comune hanno ribadito di aver fatto “uno studio approfondito sulle attività, siete la categoria più servita”, ricordando che i ristoratori godono di due ritiri quotidiani per l’organico. Il problema evidenziato, però, è riferito sopratutto al quarto d’ora di tempo a disposizione per esporre i rifiuti: dalle 12.45 alle 13.
Claudia Medda, assessore comunale alle Politiche per il decoro urbano, è consapevole dei problemi e delle difficoltà che si stanno manifestando, perciò ironizza e spiega: “Per un po’ so che sarò l’assessore più odiato. Ma è una sfida che dobbiamo affrontare perché spendiamo 12-13 milioni per smaltire i rifiuti nell’inceneritore. Con questo tipo di differenziata, i costi si ridurranno notevolmente”.
Attualmente, il Comune di Cagliari incenerisce oltre 60.000 tonnellate solamente di rifiuti indifferenziati, differenziando solo il 30% del totale: “Domani, dovremo riuscire a differenziare 70% dei rifiuti che oggi, secondo le normative europee, è la norma di legge – aggiunge Andrea Cossu del servizio Igiene del suolo del Comune – Tutti i contenitori sono dotati di microchip per misurare i comportamenti degli utenti. Dunque, quando il sistema sarà a regime, saremo in grado di legare la tassa sui rifiuti da pagare alla quantità di rifiuti prodotta”.
Silvia Pasquini
(admaioramedia.it)