La presenza nell’Isola di decine di pozzi e fonti sacre e templi a megaron, ma anche vasche, piscine e bacini lustrali, sono elementi che confermano l’acqua come uno degli elementi principali di rituali e cerimonie, seppure i dettagli siano andati quasi completamente perduti. Comunque, le recenti ricerche archeologiche stanno fornendo maggiori dati che evidenziano l’importanza dell’elemento acqua nei culti e nelle cerimonie degli antichi Sardi. L’acqua intesa come fonte di vita, perciò in suo onore vennero eretti decine e decine di luoghi sacri dedicati al suo culto. Durante l’incontro “Acquae Sacrae: il culto delle acque nella Sardegna antica”, (lunedì 18 luglio, alle 20,30, nella sede dell’associazione culturale Maestr’ale, in via San Lucifero, 65), ne parlerà l’archeologa Ilaria Montis.
“Attraverso un viaggio virtuale nella Sardegna nuragica e non solo – ha spiegato Montis – ripercorreremo questi luoghi sacri mettendone in evidenza elementi comuni e unicità. L’attenzione sarà soprattutto sull’importanza del fenomeno, con le diverse ipotesi interpretative, in parallelo con altre civiltà e culture, affrontando il significato simbolico dell’elemento acqua in diverse culture e tradizioni, antiche e moderne”. (red)
(admaioramedia.it)
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Agostino Secci
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Sardegna365
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