Scene già viste ad agosto 2015, quando un centinaio di immigrati eritrei arrivati a Cagliari inscenarono una protesta, occupando piazza Matteotti ed i portici del Municipio, trasformati in un bivacco diurno e notturno, per protestare contro la ‘destinazione Sardegna’ e chiedendo di lasciare l’Isola senza essere identificati. Le norme prevedono l’obbligo di restare nel paese in cui si viene fotosegnalati. Furono accontentati e 331 eritrei, dopo un pernottamento alla Fiera, furono trasferiti a bordo delle navi di linea in altri centri della Penisola, trasformando Cagliari in uno ‘scalo tecnico’.
Intanto, in attesa delle nuove norme che il Ministro Alfano ha promesso per l’identificazione degli immigrati che arrivano in Italia, come imposto dall’Unione europea, compreso l'uso della forza nei confronti di coloro che si rifiutassero (i dati del Viminale parlano di oltre 40mila che non hanno voluto sottoporsi alle procedure, soprattutto siriani ed eritrei), ecco arrivare a Cagliari qualche altro centinaio di eritrei e stamattina la scena si è ripetuta: circa 200, dei 667 arrivati in settimana, hanno occupato l'area del distributore di benzina dell'ex Quadrifoglio a Pirri, che costeggia la struttura alberghiera dove sono ospitati. Non vogliono essere identificati e vogliono andare via subito. Abbandonata la piazzuola del distributore, hanno occupato via Santa Maria Chiara inscenando un corteo, sotto gli occhi attenti delle Forze dell'ordine e della Polizia municipale, bloccando le auto e creando pesanti disagi alla circolazione. Dopo circa mezzora, convinti dai mediatori culturali, hanno abbandonato la strada e son rientrati nella struttura.
Intanto, da alcune strutture di accoglienza dell’Isola si segnalano anche svariati casi di ‘sparizioni’ di immigrati prima dell’identificazione ed anche i sindacati degli agenti di Polizia esprimono preoccupazione: “Ci vuole tanto a capire che la Sardegna non è luogo idoneo ad accogliere migranti? – ha chiesto Luca Agati del Sap Cagliari – Solo 12 stranieri sono stati identificati, quindi ci sono centinaia di fantasmi che girano indisturbati per l'isola, avendo già in tanti abbandonato le strutture di accoglienza, alla faccia dell'innalzamento del livello di sicurezza legato al terrorismo. Ora anche la protesta sotto l'albergo che li ospita. Ci domandiamo chi sia il genio che ha pensato di stiparne circa 250 nella stessa struttura con il rischio di proteste di massa. Inoltre, la non convalida degli arresti per i tre scafisti perché gli elementi raccolti dai colleghi della Squadra mobile (dichiarazioni certe e sottoscritte da chi si trovava su quella barca) non sono numericamente sufficienti a garantire la verità scritta dagli investigatori. E’ abbastanza per avvalorare il fallimento delle operazioni di accoglienza”.
Anche dal fronte politico sono arrivate le prime reazioni: “E' inammissibile la protesta di questa mattina e ancor più inaccettabile la motivazione – ha commentato Marcello Orrù, consigliere regionale del Psdaz – Queste persone rifiutano di farsi identificare e non può essere accettato. Dopo i tragici fatti di Bruxelles avevo denunciato il pericolo che in Sardegna potessero infiltrarsi tra i migranti alcuni esponenti di cellule terroristiche. Stiamo arrivando ad una situazione molto grave e anche la nostra regione è sotto scacco di politiche sull'immigrazione profondamente sbagliate. Una falsa idea di integrazione che produce e produrrà disastri. Queste persone vanno rispedite a casa, non gradiscono l'accoglienza e noi non gradiamo la loro presenza. E' ora di dire basta a questo buonismo ipocrita e peloso: la Sardegna non può permettersi questa arroganza e questa invasione che mette a rischio la sicurezza dei cittadini, dietrofront e a casa loro”. (red)
(admaioramedia.it)
13 Comments
Maria Bonaria Usalla
Non fateli neanche scendere dalle navi.
Fede Rica
F U O R I !
Andrea Fontana
Dico fuori subito!E aggiungo che questi fatti ci dimostrano che siamo in mano a politici ed istituzioni che non sanno fare il loro lavoro ma solo mangiare a sbaffo .mandiamoli in eritrea tutti insieme ,prima che muoiano di peste suina!
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