Una gara per la progettazione e l’esecuzione di un impianto di produzione di energia rinnovabile solare in un’area industriale in provincia di Nuoro al centro di un caso di corruzione.
Sarebbe questa l’ipotesi formulata al termine delle indagini condotte, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Cagliari, dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza cagliaritana, che questa mattina, con la collaborazione di altri reparti del corpo, ha eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Cagliari, nelle province di Cagliari, Nuoro, Forlì e Modena.
L’asta aveva un importo di base pari a 9,5 milioni di euro e la “turbativa può essere desunta dalle modalità di indizione del bando di gara e dagli incontri tra gli indagati” (scrive il Gip nell’ordinanza) e sarebbe “provata in modo certo la corresponsione di una tangente” (scrive il Gip nell’ordinanza) di 89.000 euro, destinata a Davide Galantuomo, ex amministratore dell’Enas (Ente acque Sardegna) ed ex sindaco di Quartu Sant’Elena dove attualmente è consigliere comunale, come “compenso” per il buon esito dell’affare illecito.
Oltre a Galantuomo, arrestati Gianni Lolli di Modena, dirigente del consorzio di cooperative con sede a Bologna, Luigi Betti, amministratore di una società cooperativa di Forlì facente parte dello stesso consorzio, Salvatore Pinna, ingegnere già coinvolto in una precedente vicenda di corruzione ed un ‘intermediario’, che sarebbe Renato Copparoni, che fa parte di una delle società consorziate.
L’attività investigativa, portata avanti anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, oltre che con l’acquisizione di documenti e di testimonianze, ha fatto emergere che il pagamento della prima tranche della tangente, a fronte della promessa di una somma di 135.000 euro, sarebbe stata spartita tra Galantuomo, Pinna (prestatosi a fatturare una fittizia prestazione professionale nei confronti della società cooperativa, per giustificare l’illecito passaggio di denaro) e Copparoni, che, secondo il Gip, avrebbe ricoperto un ruolo determinante all’interno del sodalizio, risultando il contatto tra il dirigente del consorzio e l’amministratore della società consorziata. (red)
(admaioramedia.it)