"Invitiamo il presidente Pigliaru a rivendicare subito Buoncammino in base all’articolo 14 dello Statuto sardo e a diffidare chiunque dovesse porre in essere atti che violano tale disposizione." Lo ha chiesto Ugo Cappellacci, consigliere regionale di Forza Italia, riferendosi all’ipotesi che entro marzo il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) della Sardegna e degli Uffici esecuzione penale esterna da via Tuveri si trasferiranno all'ex carcere di Buoncammino a Cagliari. L’ex Governatore, inoltre, per fugare ogni dubbio, racconta che, recentemente, la direttrice regionale del Demanio lo avrebbe confermato, durante un convegno alla presenza del sindaco Zedda.
Nel dicembre 2014, l’intero gruppo regionale di Forza Italia aveva presentato una mozione in Consiglio regionale, sottolineando che il bene doveva essere trasferito alla Regione in base all’articolo 14 dello Statuto sardo: «La Regione, nell’ambito del suo territorio, succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo. I beni e diritti connessi a servizi di competenza statale ed a monopoli fiscali restano allo Stato, finché duri tale condizione. I beni immobili situati nella Regione, che non sono di proprietà di alcuno, spettano al patrimonio della Regione».
"Finora, nessuna reazione neppure da parte del presidente Pigliaru, evidentemente poco interessato alla città di Cagliari – ha aggiunto l'ex Governatore – Invito tutti coloro che stanno formulando ipotesi tese ad impedire che il bene passi nelle mani della Regione, e quindi della città di Cagliari, a rileggere attentamente e soprattutto a rispettare l’articolo 14 dello Statuto. Qualsiasi decisione che non preveda la successione della Regione nella titolarità del bene rappresenterebbe una sua grave violazione. Se l’Amministrazione penitenziaria intende ridurre i costi delle locazioni, fatto condivisibile, non è detto che debba avere uffici nel pieno centro storico di Cagliari, in un’area a vocazione turistica, densa di storia e con vista mozzafiato."
"Vorremmo che quella storia e quella vista non diventassero un privilegio di pochi – ha concluso Cappellacci – ma fossero a disposizione della comunità per fini turistici, culturali, sociali”. (red)
(admaioramedia.it)