Nei mesi scorsi, il Comune di Cagliari aveva messo all’asta 17 immobili di sua proprietà (in via Alghero, via Emilia, piazza Michelangelo, via Romagna, via San Giovanni, via Sant’Avendrace, via Sonnino, via Milano, via Romagna,via Martini, via Garibaldi e via Is Mirrionis), oltre a Palazzo Accardo, struttura di prestigio all’incrocio tra via Crispi ed il largo Carlo Felice.
Una scelta contestata con una decina di cartelli, con scritto “svendesi”, affissi nei principali monumenti cittadini dai militanti di CasaPound, che nella scorsa settimana avevano già raccolto centinaia di firme per fermare l’asta degli immobili pubblici e nei prossimi giorni proseguiranno la raccolta: “Abbiamo voluto sensibilizzare sull’argomento i cittadini che hanno a cuore il patrimonio artistico e immobiliare di Cagliari – hanno scritto in una nota – Patrimonio che non può essere venduto né svenduto dall’agenzia immobiliare creata da Zedda in Comune, perché nessun cittadino ne ha firmato il mandato. Soprattutto alle cifre ridicole indicate nei vari bandi: 2 milioni e 700 mila per Palazzo Accardo e poco più di 1 milione e 350mila per i restanti 17 immobili, le cui quadrature sommate superano i 1.100 mq”.
“Questi immobili appartengono alla città ed ai suoi cittadini – si conclude la nota di CasaPound – Devono essere utilizzati per fini artistici, sociali, culturali, commerciali di cui possano beneficiare i cagliaritani. Al Sindaco offriamo una consulenza gratuita sulla reale valorizzazione di tali immobili, intanto qualche idea: convertire il centralissimo Palazzo Accardo in un museo che accolga i vari reperti archeologici e le opere artistiche che affollano i magazzini bui delle Università e dei vari centri di scavo della Sardegna; affittare a prezzi calmierati i locali commerciali di proprietà comunale ai negozianti sardi che hanno dovuto abbassare la saracinesca del proprio esercizio schiacciati dalla concorrenza importata dalla globalizzazione, elaborando un apposito bando che ne determini la graduatoria”. (red)
(admaioramedia.it)