Le recenti elezioni suppletive nel collegio uninominale della Camera dei deputati di Cagliari, per la sostituzione dell’ex grillino Andrea Mura, hanno decretato l’elezione, per un centrosinistra che ha tenuto ben nascosto il simbolo del Pd ed i leader nazionali, del giornalista Andrea Frailis, con un astensionismo senza precedenti: hanno votato appena il 15,4% degli aventi diritto e appena 15.581 elettori, pari a circa il 40% dei votanti, ma a poco più del 6% del corpo elettorale.
Lo spropositato astensionismo è stato addebitato alle più disparate cause, tra cui quella del preteso rifiuto dell’elettorato per i partiti, che non sempre fanno i conti col fatto che la diserzione dei seggi ha falcidiato sia il centrodestra che il Movimento Cinquestelle di circa l’80% dei voti ottenuti il 4 marzo, ma il centrosinistra (tenuto conto del fatto che allora Pd e Leu avevano presentato candidati separati) in misura di ‘appena’ il 57%. Storicamente, l’astensionismo danneggia maggiormente le forze politiche moderate, conservatrici e di destra, come ben sa il sindaco di Cagliari e candidato governatore delle sinistre, Massimo Zedda, rieletto al primo turno nel 2016 con poco più del 50% dei voti e il 40% di astensioni.
Osservando i numeri, è comunque assai curioso che nel Collegio uninominale di Cagliari il vertiginoso calo dei votanti sia stato accompagnato, dati del Ministero dell’Interno alla mano, da un significativo incremento del numero degli elettori aventi diritto, che in occasione delle elezioni politiche del 4 marzo erano 240.137, mentre per le Suppletive sono risultati 251.649, con un aumento secco di oltre 11.000 unità: 6.392 a Cagliari e 2.379 a Quartu Sant’Elena.
Dato ‘curioso’ perché non sembra farvi riscontro un’analoga tendenza all’incremento della popolazione residente nel collegio, che in base ai dati Istat, se il 1 gennaio 2018 (tre mesi prima delle politiche) era pari a 290.040, il 31 agosto dello stesso anno erano pari a 289.038, in calo di mille unità. Negli ultimi quattro mesi e mezzo, potrebbe essere accaduto qualche fatto statisticamente rilevante che non è facile intuire e che sfugge all’arida prosa numerica delle tabelle, ma l’aumento o la diminuzione degli elettori dovrebbe andare grosso modo di pari passo con le relative tendenze della popolazione generale, a meno di ipotizzare massicci spostamenti di residenza nel collegio negli ultimi mesi. Comunque sia andata, è potuto così accadere che nella città di Cagliari gli elettori siano aumentati, in 10 mesi, di un numero di unità pressoché pari ai voti che il centrosinistra avrebbe ipoteticamente perso ove fosse stato in linea con la media generale (75%).
Ovviamente è solo un esercizio matematico, dato che ciò che ha davvero pesato nell’economia di questa infelice prova elettorale è stato un disinteresse generalizzato che, prima ancora degli elettori, è stato proprio dei due schieramenti principali, il centrodestra e il M5S, che hanno entrambi proposto candidati pressoché sconosciuti. E’ possibile che tali schieramenti abbiano volutamente ridimensionato il peso delle Suppletive per non pregiudicare troppo l’esito delle elezioni regionali ed evitare anche possibili ripercussioni sull’economia della maggioranza ‘gialloverde’ su cui si regge il governo Conte. Così, con opportunismo degno del Totò Schillaci di Italia ‘90, ha vinto la coalizione che aveva meno da perdere. Alle Regionali sarà tutta un’altra storia, anche se questa vicenda insegna che l’astensionismo è una brutta bestia da non sottovalutare mai.
Caesar
(admaioramedia.it)
One Comment
il Consumatore
Molto interessante questo articolo. Non ho nulla contro Frailis, che ho sempre apprezzato per il suo equilibrio, ma perchè non si è presentato con il simbolo del PD e, appena è entrato alla Camera si è schierato nei banchi del PD e della sinistra? Tra gli elettori, l’unico che tutti conoscevano era lui sugli schermi di Videolina in tutti i TG