L’imminente trasferta sarda del leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini ha dato modo ai soliti ‘artisti’ antagonisti, protagonisti di occupazioni abusive e sortite antimilitariste, di sbizzarrirsi decorando diverse vie di Cagliari coi loro ‘affreschi’, incitando variamente il leader leghista ad andarsene o a morire.
Manifestazioni di intolleranza su cui non è il caso di abbassare la guardia, visto che nel corso delle recenti manifestazioni studentesche, convocate da varie sigle di estrema sinistra, vi è stata la messa al rogo e l’impiccagione di pupazzi raffiguranti il Ministro dell’Interno. Nei cui confronti, riecheggiando tristi slogan degli anni ’70, è stato proclamato che ucciderlo “non è reato”, o sono stati fatti i soliti ‘pacifici’ richiami a piazzale Loreto, dove nell’aprile 1945 furono esposti i cadaveri di Benito Mussolini, di Claretta Petacci e di altri gerarchi fascisti, tutti appesi a testa in giù.
A parte gli aspetti giudiziari, e l’aspettativa che le Autorità competenti reagiscano severamente, e al netto del modo ‘soft’ in cui la notizia di queste scritte viene data su alcuni media, è sconcertante che il mondo politico sedicente ‘democratico’ non abbia preso pubblicamente le distanze da questi metodi intimidatori ed eversivi. Peraltro, in netta discontinuità con l’atteggiamento dello stesso Partito comunista di Enrico Berlinguer nei confronti del teppismo organizzato dell’area degli ‘autonomi’, progenitori in quegli anni degli odierni ‘antagonisti’ e ‘brodo di coltura’ del terrorismo brigatista.
Affermazioni ed opinioni tolleranti, pericolose eccezioni al doveroso ripudio della violenza nella lotta politica, si fanno irresponsabilmente largo quando ci sono di mezzo i ‘fascisti’, o quelli che i ‘kompagni’ comunque ritengono tali. Anche al di là delle pattuglie di estremisti che incendiano le piazze e occupano abusivamente locali pubblici, per esempio tra esponenti dell’Associazione nazionale partigiani (Anpi), della sinistra radicale e perfino del Partito democratico, dimostrando un elevato indice di inaffidabilità democratica dei loro responsabili. Infatti, anche se un certo margine di tolleranza di simili fastidiosissimi effetti collaterali rientra nel gioco democratico, se viene messa in dubbio l’inderogabilità della non violenza quale metodo di lotta politica resta poco spazio per il beneficio del dubbio rispetto a provocazioni che, sempre più spesso, travalicano i confini della libertà di manifestazione del pensiero, per esondare in quella dell’istigazione a delinquere e dell’eversione, Non escludendo che la tolleranza o la connivenza, rispetto ad esse, sia una forma di concorso morale.
E’ ragionevole attendersi, come già avvenuto alle elezioni politiche del 4 marzo (precedute da un’isterica, provocatoria, irresponsabile e strumentale campagna antifascista delle sinistre, in coincidenza con continui scontri di piazza con le forze dell’ordine fomentati dagli ‘antagonisti’), che la maggioranza silenziosa dei Sardi, alle imminenti elezioni regionali, reagisca col voto, la più pacifica e democratica delle armi, emarginando chi tiene atteggiamenti di connivenza, quando non di aperto incoraggiamento, con questi metodi violenti, antidemocratici ed eversivi. Chissà, invece, come si posizionerà su questo tema il Movimento 5 Stelle sardo, che, intanto, affaccendato nella difficile sostituzione di Mario Puddu quale candidato governatore, su queste vicende mantiene anch’esso un silenzio non proprio gradevole, laddove tra i grillini locali si può notare qualche personaggio con evidenti collegamenti col ‘pianeta antagonista’ cagliaritano, circostanza ben poco tranquillizzante.
Caesar
(admaioramedia.it)
4 Comments
Antonello Serra
Quando rode il culo arriva poco sangue al cervello
😄😄
Marius Ioan Vasilescu
Non c’è bisogno che parlino, hanno “parlato” le urne, già a marzo…
Alessandro Olivo
Quadrupedi travestiti da bipedi.
Antonello Serra
che ragliano?