Certi esponenti della malandata sinistra italiana e sarda, anche se l’opinione pubblica è ormai indifferente e spesso sprezzante verso la loro parte politica, sembrano afflitti da un irrefrenabile istinto al suicidio politico, come le povere balene che si spiaggiano.
Dalle nostre parti, spicca in tali atteggiamenti l’ancora per poco eurodeputato Renato Soru, che a Strasburgo vedono poco data la bassissima media delle sue presenze in plenaria (sotto il 50%: al confronto l’ex deputato-velista grillino Andrea Mura, ora dimesso, era stato più assiduo), ma quanto a ‘martellare’ sui temi dell’accoglienza, dei migranti e di un razzismo, che spesso vedono solo loro ‘de sinistra’, dà bella mostra di un presenzialismo da far invidia a Roberto Saviano.
Se il 23 settembre, con grande strombazzatura mediatica, Soru è intervenuto all’assise della Commissione politica, di sicurezza e dei diritti umani dell’Assemblea Ue del Mediterraneo, giunta per la prima volta in Sardegna, negando recisamente, secondo il lunare copione cattocomunista, una “emergenza migranti”, il 3 ottobre l’ex patron di Tiscali ha superato se stesso, partecipando a un flash mob, inscenato a Santa Caterina di Pittinurri, nei pressi di Cuglieri, su iniziativa di alcuni sindaci, tra cui quello di Seneghe, che, nonostante le restrizioni introdotte dal Decreto Salvini, vorrebbe attivare nel suo paese, fuori tempo massimo, un progetto di accoglienza Sprar, per la gioia dell’assessore regionale Filippo Spanu, frenetico propagandista di tali progetti.
Simili iniziative ridicolizzano le vere tragedie del mare, la cui colpa ricade sui trafficanti di esseri umani e su chi li appoggia politicamente e logisticamente (al riguardo la sinistra ha parecchio da farsi perdonare), non certo sull’Italia dal momento in cui ha deciso di tutelare i suoi interessi. Se l’intento di Soru e ‘compagni’ era quello di sensibilizzare su queste vicende, l’impatto, a giudicare dalle reazioni sui social, è stato, come era immaginabile, del tutto negativo. L’autolesionismo politico di Soru, che traspare dalla sua monomania immigrazionista non può che spiegarsi con la sua consapevolezza di non avere, ormai, più niente da perdere.
Il suo partito, il Pd, che l’ha messo brutalmente in minoranza – non senza accenni di rissa fisica a margine delle riunioni degli organi dirigenti – può imputare il suo stato comatoso anche agli strascichi della disastrosa segreteria dell’eurodeputato di Sanluri e alla contestatissima attività di amministratori ritenuti ‘suoi fedelissimi’, come l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru. E la rinuncia a ricandidarsi alle elezioni europee, viste le premesse, è stata la classica rinuncia alla ‘pelle dell’orso’, con possibilità di rielezione, e forse anche di ricandidatura, prossime allo zero.
Anche al al netto del sostanziale fallimento di un Piano paesaggistico regionale, manifesto di oltranzismo ambientalista, da cui anche il Partito democratico sembra aver preso decisamente le distanze, e di qualche procedimento penale ancora pendente, Soru ha già lasciato alle sue spalle non poche macerie: da tempo è solo consigliere di minoranza di Tiscali, la società che aveva fondato, da tempo in crisi e in procinto di cessione; la sua associazione di riferimento, Sardegna democratica è ormai scomparsa, dopo l’abbandono di ‘pezzi da novanta’, come gli ex assessori regionali Massimo Dadea e Maria Antonietta Mongiu. E parlare di altri successi, come la “Legge statutaria” affossata dall’astensionismo di massa dei Sardi al referendum confermativo e il disastro editoriale dell’Unità, sarebbe come sparare sulla Croce rossa. Se ora si ritirerà a vita privata, o ridimensionerà il suo impegno, sarebbe stato il caso di lasciare un ricordo finale meno legato ad iniziative tra il ridicolo ed il dubbio gusto e sopratutto controproducenti.
Caesar
(admaioramedia.it)
One Comment
Giuseppina Jerry Sfigatto Margini
Sono già morti, che gliene frega😂😃😅