Al netto della dialettica politica locale, Mario Puddu, ex sindaco di Assemini e probabile candidato governatore per il Movimento 5 Stelle, ha sempre avuto un occhio di riguardo per l’agenda della sinistra sui diritti Lgbt, che da anni vengono celebrate in manifestazioni, un po’ carnevalesche, chiamate “Gay pride” (dalle nostre parti, “Sardegna Pride”), sempre patrocinate dal Comune asseminese sotto la sua guida. Restando così saldamente nel solco della ‘sinistra grillina’, il cui leader indiscusso, il presidente della Camera, Roberto Fico, ha duramente criticato le posizioni leghiste in tema di diritto di famiglia e ‘coppie arcobaleno’, ma anche di immigrazione.
Se era facile attendersi i commenti negativi degli elettori pentastellati di ben più moderato orientamento, Puddu è stato colto di sorpresa dal durissimo attacco che, in occasione del “Sardegna Pride”, svoltosi a Cagliari sabato scorso, lanciato dal sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, che ha considerato “fuori posto” nella manifestazione i pentastellati (ben rappresentati dalla neosindaca di Assemini, Sabrina Licheri, e da altri esponenti di spicco, come la deputata Emanuela Corda e il senatore Ettore Licheri) per la loro alleanza, a livello nazionale, con la Lega.
Peraltro, capofila del coordinamento organizzativo del “Sardegna pride”, interamente composto da sigle di sinistra, è l’associazione “Arc Cagliari”, talmente vicina alla disciolta Sel (partito che fu di Massimo Zedda) da essersi riunita per anni nel circolo vendoliano di via Puccini e che del resto si professa, per statuto, “democratica e pacifista, ecologista, antirazzista e antitotalitaria, libertaria e avversa al neoliberismo”: di tutto di più dal consueto noioso copione della sinistra radicale.
Si può, quindi, comprendere che Zedda si senta il ‘padrone di casa’ ed anche per motivi di concorrenza elettorale si sia lamentato della presenza dei pentastellati, ma quello che si fatica a comprendere è perché ci siano grillini tanto ansiosi di partecipare a una manifestazione palesemente marchiata ‘di sinistra’, posto che il M5S, partito di maggioranza relativa con oltre il 30% dei voti, avrebbe i mezzi e i modi per occuparsi dei “diritti Lgbt” senza mescolarsi con la sinistra, cosa che comunque, se non proprio a Puddu, Corda e compagnia, risulta molto sgradita a fette significative dell’elettorato pentastellato. Se questo sia dovuto solo a ingenuità politica oppure al fatto che troppi esponenti pentastellati continuano imperterriti a perseguire l’agenda della sinistra, lo scopriremo solo vivendo, ma molti Sardi, in vista delle imminenti elezioni regionali, si stanno già facendo un’idea.
Caesar
(admaioramedia.it)
One Comment
Andrea Putzulu
Ormai Zedda è fuori controllo. Sa che presto sarà fuori.