I maggiorenti del Movimento 5 Stelle isolano, ancora sotto choc dopo la defezione dell’ex sindaco di Assemini, Mario Puddu, ‘annunciata’ da anni ma ‘obbligatoria’ dopo la condanna per abuso d’ufficio, hanno deciso, al termine di un convulso weekend di riunioni, di chiedere a Luigi di Maio, capo politico del Movimento, di riattivare le votazioni, sul portale Rousseau, per il candidato alla Presidenza della Regione.
Pochi giorni prima, le indiscrezioni sull’ipotetica candidatura, al posto di Puddu, del chirurgo Antonio Macciò, con ‘pesanti’ trascorsi nell’Udc di Giorgio Oppi e posizioni conservatrici su aborto e immigrazione, avevano terremotato il Movimento, non solo e non tanto per la scarsa digeribilità di tali posizioni dai tanti attivisti grillini adagiati sulle narrazioni ‘de sinistra’ (o veri e propri ‘infiltrati’ della sinistra nel M5S), ma soprattutto perché apparivano adombrare una scelta calata dall’alto senza alcuna condivisione. La fronda interna al grillismo sardo, animata da svariati gruppi organizzati di dissidenti, aveva prontamente colto l’occasione per rinfocolare la contestazione contro i vertici isolani del M5S, controproponendo di sostituire Puddu col docente universitario Luca Piras, secondo arrivato alle ‘regionarie’ di luglio, ma considerato da molti maggiorenti in odore di ‘dissidenza’, oppure, semplicemente, troppo dotato di autonomia di giudizio.
Se ora Di Maio accoglierà le richieste dei parlamentari sardi del M5S, si procederà all’azzeramento della situazione e a una nuova votazione online degli iscritti, ma tutti i nodi della debolezza della proposta politica grillina in Sardegna, ad onta di un consenso alle politiche davvero sproporzionato in rapporto all’inconsistenza e alla rissosità mostrata localmente, sono comunque venuti al pettine. Non sembra, infatti, che debba procedersi a nuove votazioni anche sui candidati al Consiglio regionale, anche se la debolezza delle liste appare evidente, dando corpo a un handicap non indifferente per una competizione elettorale, dove ancora esistono le preferenze individuali. Inoltre, posto che al momento non si conosce una sola proposta programmatica dei grillini, è difficile capire perché si dovrebbe scegliere il M5S, se non per un generico ‘vaffa’ sulle solite questioni di vitalizi e pensioni, che in questo tipo di competizioni lascia il tempo che trova e farebbe passare in secondo piano molti ben più gravi effetti della disastrosa amministrazione Pigliaru.
All’estrema rissosità e alla carenza di competenze che sta emergendo, si aggiunge infatti la totale mancanza di chiarezza politico-ideologica, oscillando, con la massima disinvoltura, tra il reclutamento di palesi simpatizzanti del centrodestra, come l’ex deputato-velista Andrea Mura e Macciò, e la candidatura alle Regionali di frequentatrici delle assemblee delle estremiste femministe di “Non una di meno”, più adatte alle liste di Potere al popolo o alle riunioni degli estremisti abusivi del centro sociale cagliaritano Sa Domu, assai meno a chi vuole accreditarsi come “né destra né sinistra”. Anche se gli elettori non badano più agli steccati ideologici di un tempo – come ben sa il Partito democratico che con le sterili campagne antifasciste ha rimediato un’epocale sconfitta alle ultime elezioni politiche – non possono apprezzare l’eccessiva confusione politica programmatica, non volendo appoggiare forze politiche con aderenti di vertice troppo simili ai colleghi di altri partiti, soprattutto di sinistra, che hanno scelto di sbattere all’opposizione.
Una situazione di grande confusione che appare tutt’altro che rosea per i grillini isolani e sembra già passato un secolo da quando Puddu posava da prossimo inevitabile governatore della Sardegna: magari a questo giro riusciranno a piazzare nove-dieci consiglieri, ma il timone dell’agitata nave regionale molto probabilmente lo reggerà qualcun altro.
Caesar
(admaiormedia.it)