Ha suscitato scalpore, in questi giorni, la vicenda di Andrea Mura, deputato-velista eletto per il Movimento 5 Stelle nel collegio uninominale di Cagliari, che, accusato di assenteismo (secondo i dati OpenPolis, risulta presente al 3,62 delle votazioni elettroniche) dal collega di Forza Italia, Ugo Cappellacci, si è difeso maldestramente in un’intervista al quotidiano “La Nuova Sardegna” , rivendicando di poter fare “politica anche in barca” e di operare soprattutto quale “testimonial” di battaglie ecologiche (seppure dopo 48 ore abbia smentito queste frasi).
Com’era facile prevedere, Mura è stato espulso dal Movimento grillino: la micidiale consecutio tra la sortita di Cappellacci e l’infelice intervista, evidentemente, agi occhi del vertice ha evidenziato e dimostrato menefreghismo rispetto ai doveri di parlamentare. Al netto delle affrettate decisioni del Movimento 5 Stelle, tra le cui file Mura non è certo il solo assenteista, fa sorridere che proprio alcuni esponenti del Partito democratico sardo, forse per distrarsi (e distrarre) dalla lotta fratricida in atto per il controllo del partito, abbiano puntato il dito sulle peripezie del deputato-velista, benché, se si fossero soffermati ad un sguardo in casa propria, sarebbero impalliditi per la posizione dell’ex governatore ed ex segretario regionale, Renato Soru, parlamentare europeo dal 2014 che non ha frequentato assiduamente l’aula di Strasburgo, dato che, secondo quanto rilevato dal sito indipendente “MepRanking.eu” (si occupa di monitorare presenze e attività degli eurodeputati), ha partecipato ad appena il 47% delle sedute plenarie ed al 45% delle votazioni, totalizzando un ‘ranking’ bassissimo: 686° posto su 751 parlamentari, battuto ‘al ribasso’, tra gli italiani, solo da Lorenzo Cesa (a parte due parlamentari della Lega appena subentrati).
In dettaglio, l’ex Governatore, al quale, come a tutti gli europarlamentari italiani, è corrisposta una sontuosa indennità, risulta aver letteralmente disertato l’aula di Strasburgo per tutto il 2017 e per buona parte del 2018 (salvo un picco di partecipazione a giugno), e il suo score, in generale, non è migliore di quello del ‘deprecato’ Mura, che, pur assentandosi, in modo sicuramente evitabile, in giornate in cui erano previste numerose e importanti votazioni (in particolare dal 17 al 19 luglio) ha comunque partecipato a 10 sedute della Camera dei Deputati su 18 in cui si sono tenute votazioni (anche per appello nominale), per una percentuale che, qualitativamente poco significativa, è numericamente superiore al 50%.
L’onorevole Renato, sempre pronto a posare da moralista quando si tratta di stigmatizzare condotte altrui, sul fronte dell’assenteismo non ha granché da invidiare all’ormai ex grillino, e i suoi compagni del Partito democratico dovrebbero ricordarsi di questa trave nel proprio occhio, prima di cercare la pagliuzza in quello altrui, se non fosse che gli esponenti del partito già di Renzi e oggi di Martina proprio non riescono a imporsi il silenzio quando sarebbe più opportuno.
Caesar
(admaioramedia.it)
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Orio Terrosu
Entrambi colpevoli