Dopo i ballottaggi di domenica scorsa ad Assemini e Iglesias, i preparativi delle forze politiche isolane per le ormai imminenti elezioni regionali del 2019 conoscono nuove accelerazioni.
Se il Movimento 5Stelle, al momento, procede secondo tradizione facendo precedere la designazione dei candidati alla creazione dei ‘tavoli di lavoro’ programmatici, che coinvolgono i vari Meetup, e il centrosinistra fa registrare un certo attivismo di Renato Soru per la creazione di nuove aggregazioni progressiste, la tradizionale area autonomista, che bada al sodo piuttosto che a fumisterie ideologiche, fa registrare la novità più significativa: la decisione del movimento La Base, ideato e diretto dal sindaco di Ollolai, Efisio Arbau (ex dirigente del Partito democratico, dal quale fu espulso nel 2010) di fare liste uniche col Partito sardo d’azione di Christian Solinas, solidamente alleato con la Lega del ministro Salvini, sotto il simbolo storico dei ‘quattro mori’.
Benché si tratti della formalizzazione di un’unione operativa già in corso da tempo nel Consiglio regionale – ove La Base è rappresentata da Gaetano Ledda, eletto nelle liste dell’Upc – al netto dello scontato dissenso esternato da alcuni aderenti al movimento di Arbau, più spiccatamente ‘sinistrorsi’ (evidentemente, la dura lezione subita da gruppi, come quello dei RossoMori, non è servita da ammonimento), alcuni ‘leoni da tastiera’ progressisti, più o meno gli stessi che a suo tempo infamarono il PsdAz per l’alleanza con la Lega, hanno prontamente sommerso Arbau di insulti e contumelie, nelle bacheche Facebook di alcuni organi di stampa che sono soliti affollare. Lui, da avvocato, saprà valutare come reagire. Le intemperanze ‘social’ di una sinistra disperata, che deve la vittoria di Iglesias soltanto all’appoggio di quel mondo democristiano incarnato da un uomo per tutte le stagioni come Giorgio Oppi (un tempo le sinistre, in una città graniticamente socialcomunista, lo tenevano rigorosamente all’opposizione), e le loro scomposte e insultanti reazioni non sorprendono di certo, ci si è abituati. Tra l’altro, Efisio Arbau, a causa della sua ritrosia rispetto al vieto schema ottocentesco ‘destra-sinistra’, è da tempo frequente bersaglio di certi elementi progressisti in passato non certo coerenti.
Al di là di queste reazioni ‘di pancia’, resta il dato politico che evidentemente preoccupa non poco i ‘sinistrorsi’ sardi: se La Base, al netto di qualche elemento che dovesse non gradire la nuova linea, manterrà la propria forza elettorale (rivelatasi, sovente, significativa), questa unione col PsdAz, e l’alleata Lega, darebbe vita a uno schieramento con un potenziale del 15% dei voti, suscettibile di incrementarsi data l’inevitabile attrattiva verso i tanti ‘autonomisti’ attualmente sbandati tra l’astensionismo, l’inconcludente “Progetto Autodeterminazione”, il M5S (nonostante l’attrattiva che esercita sull’area indipendentista, è in realtà una forza politica fortemente centralista) e addirittura qualche partito fiancheggiatore del centrosinistra.
Sarà ben difficile per una simile aggregazione, che non può puntare a vincere le elezioni regionali ‘in solitaria’ (dovendo, peraltro, tener conto delle mosse dell’alleato leghista, a livello locale solidamente allineato col centrodestra), schierarsi ed orientarsi regalando vantaggi a un declinante centrosinistra, che magari spera ancora di vincere facendo leva sulle divisioni altrui, ma il cui destino rischia di essere ancora, per dirla con Matteo Renzi, quello dei mangiatori di ‘pop-corn’, che spesso possono andare di traverso.
Caesar
(admaioramedia.it)