L'obiettivo è trovare in tempi brevi i fondi per dare il via alla campagna di scavo archeologico e consentirne l'avvio entro la fine della primavera, facendo proseguire il progetto “commemorazioni di pace", avviato nel 2013 dai Comuni di Stintino e Porto Torres, dal Parco nazionale dell'Asinara, dall'Università di Sassari e dalla Soprintendenza archeologica della Sardegna, che finora ha consentito la realizzazione di due importanti convegni, una ricerca storica ed un primo studio di bioarcheologia basato sulla genomica.
Ora, si sono aperte le prospettive per un ulteriore studio che punta, attraverso l'analisi del Dna ad individuare le malattie che hanno condotto alla morte molti dei prigionieri che, nei tristi anni del primo conflitto mondiale, furono deportati sull'isola dell'Asinara, oltre che individuare con precisione le etnie che vissero in quegli anni sull'isola. Tra queste, oltre a quella serba, una sicura presenza fu quella ungherese e proprio a Budapest la notizia del progetto ha trovato notevole interesse: «A maggio sull'isola dell'Asinara – ha detto il sindaco di Stintino, Antonio Diana, capofila del progetto "Prigionieri all'Asinara" – sarà installato un monumento al quale stanno lavorando alcuni artisti ungheresi. Sarà riprodotto una parte del 'piccolo blasone d'Ungheria: che è anche presente nella bandiera. È stata annunciata la visita del presidente della repubblica ungherese, Janos Ader, per inaugurare la stele e per una visita all'ossario austro-ungarico di Campu Perdu».
La campagna di scavi archeologici, diretta dalla responsabile della Soprintendenza archeologica della Sardegna, Gabriella Gasperetti, sarà realizzata nelle aree dove erano localizzati i campi di prigionia, identificati sulla base delle fonti e della cartografia storiche, alla ricerca di materiali biologici utili alle analisi. In futuro è prevista la creazione di un parco museo scientifico e storico. (red)
(admaioramedia.it)
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Roberto Naldini
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