Nonostante la crescita complessiva delle imprese sarde il settore artigiano continua a perdere pezzi e a vivere una fase di inesorabile declino. Se nella prima parte del 2017 la Sardegna è stata la regione italiana che dopo il Lazio ha registrato il saldo maggiormente positivo di imprese (+568 rispetto all’anno precedente), le imprese artigiane dell’isola hanno continuato a diminuire registrando numeri addirittura peggiori rispetto alla media italiana. Lo rende noto la CNA Sardegna che ha analizzato i dati sulla nati-mortalità delle imprese italiane nel primo trimestre 2017 appena pubblicati da Movimprese, la rilevazione condotta sui Registri delle imprese delle Camere di commercio italiane da Unioncamere-InfoCamere.
Nel primo trimestre del 2017 le Camere di Commercio isolane hanno registrato 3.840 nuove iscrizioni di imprese contro 3.272 cessazioni: il tasso di crescita registrato nell’isola è stato dello 0,34% contro il -0,26 della media del resto d’Italia. Quanto all’artigianato nello stesso periodo sono state registrate solo 364 iscrizioni di nuove imprese artigiane contro 803 cessazioni: in questo caso, con 439 imprese artigiane in meno: il tasso di crescita registrato nella nostra regione è stato di – 1,21% contro l’1,16% del 2016 e lo -0,82 medio del resto d’Italia.
La Sardegna è dunque una delle poche regioni italiane che registrano un saldo positivo e si classifica dopo il Lazio (+902) e prima di Sicilia (223) e Calabria (+133). Ma quanto alle imprese artigiane, seppure nessuna regione abbia chiuso in positivo, la nostra regione è insieme alla Toscana quella che registra i risultati più preoccupanti con un’ulteriore contrazione rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.
I dati provinciali estratti dallo studio Movimprese dicono che Nuoro è la provincia sarda che registra il tasso di maggiore crescita con 872 nuove iscrizioni e 588 cessazioni (+1 %) seguita da Oristano con 328 nuove iscrizioni e 251 cessazioni (0,54%). Fanalino di coda è Cagliari che registra un saldo positivo di sole 32 imprese con 1.272 nuove iscrizioni e 1.240 cessazioni (-0,05%). Per le imprese artigiane i valori si capovolgono, con Cagliari che registra la minor flessione con 85 nuove iscrizioni e 156 cessazioni (-0,52 %) seguita da Nuoro con 40 nuove iscrizioni e 138 cessazioni (-1,50%). Fanalino di coda è Oristano che registra un saldo negativo di 74 imprese con due sole nuove iscrizioni e 76 cessazioni (-2,37%).
“Nonostante le difficoltà in Sardegna cresce la voglia di fare impresa, ma purtroppo il settore artigiano continua a soffrire”, hanno commentato Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale CNA. “I problemi del settore sono noti, ma sembra mancare da parte delle istituzioni regionali la volontà di individuare le misure concrete, da noi più volte indicate, per dare impulso a un settore strategico per la nostra economia.
La CNA regionale segnala al contrario “una tendenza che anno dopo anno si rafforza sempre più: si sta producendo una preoccupante cesura tra il mondo delle microimprese e le imprese di maggiori dimensioni di proporzioni tali da non poter essere spiegate solo con gli effetti prodotti dalla crisi e dalla ovvia capacità di risposta che le imprese più strutturate sono in grado di offrire. I processi di riconfigurazione e riordino degli strumenti di politica industriale e più in generale di sostegno ai sistemi produttivi a livello nazionale e ancor più a livello regionale, in tutti gli ambiti: (credito, sicurezza, formazione, occupazione, export) sono pensati e tarati per le imprese di maggiore dimensione”. (red)
(admaioramedia.it)