Fortunatamente, nell’era di internet e dei social, tutti possono ‘godere’ delle sedute dei Consigli comunali, non sempre purtroppo sottotitolate. Il video della seduta dei giorni scorsi, registrato nell’aula di Palazzo Bacaredda a Cagliari, ad un primo sguardo ha destato qualche perplessità.
Inizialmente, è stato facile essere indotti in errore, pensando ad un video doppiato dal compianto Riccardo Coco, di quelli che venivano trasmessi negli anni ’80 all’interno della trasmissione “Vivere”, in onda sull’emittente privata Videolina. Oppure, meglio ancora… considerati i contenuti, che fosse un video tratto dal sito “Is callonarasa” (che si autodefiniva ‘comicita’ dal sapore di Sardegna’), assai di moda fino a qualche anno fa.
Invece, visto il tema d’attualità trattato, era evidente si trattasse di un video con audio autentico ed il protagonista fosse proprio lui, l’autentico sindaco di Cagliari, Massimo Zedda. Che non sarebbe stato il migliore dei suoi discorsi si è capito subito, dall’esordio: “Intervengo, non so su cosa…”. In verità, il tema del dibattito consiliare era la richiesta del capogruppo del Pd di sospendere la seduta per consentire ai consiglieri di partecipare ad un’irrinunciabile sit-in in difesa del presidente della Repubblica Mattarella. Proposta che, però, non avendo avuto l’approvazione dell’opposizione, ha scatenato l’ira funesta del Primo cittadino, che ha prontamente indossato i panni del novello vigile del fuoco: “Non condivido l’aspetto di definire benzina coloro che vanno ad esprimere la solidarietà al Presidente della Repubblica. Non è che è lo stesso quello che appicca il fuoco e quello che porta l’acqua… perché in un caso c’è miccia e materiale infiammabile, in un altro c’è chi cerca di spegnere il fuoco. Non è la stessa cosa, perché non è mai la stessa cosa e definire cose differenti la stessa cosa, non va bene”. Insomma, guai a chi confonde i pompieri coi piromani.
Nervoso per la nascita del governo in salsa ‘gialloverde’, ha pensato bene di lanciare una ‘frecciatina’ ai pentastellati, dimostrando una certa conoscenza di alcune dinamiche familiari ai vertici e dei prodigi della tecnologia: “Il padre di uno dei massimi esponenti del Movimento 5 stelle, che si dichiara, lui dichiara per se stesso, di essere fascista, scrive, tanto da aver attivato un’indagine della Procura della Repubblica, cose al limite del vilipendio del Capo dello Stato e della bandiera della Repubblica. Non mi pare che il figlio, che per quanto all’estero può usare il telefonino, né tutti gli altri, abbiano censurato il comportamento del padre di uno dei massimi esponenti del Movimento 5 Stelle… e da lì a seguire”. La foga oratoria era già ai massimi livelli, eppure, ad un certo punto, il dubbio deve averlo assalito: “…di cosa stiamo parlando?”, ma è stato solo un attimo.
Il punto più alto del suo discorso ‘ex cathedra’ è giunto durante un vivace scambio ‘in punta di diritto’ col consigliere Piergiorgio Massidda, che ha spedito perentoriamente dietro la lavagna, in perfetto slang cagliaritano: “Mo’ discutiamo anche di diritto costituzionale con lei. Lasciamo perdere, aiò, non scherziamo. E’ difficile, guardi… lasci perdere, mischino. Mamma mia, ohhhh… se riuscisse a tacere qualche volta, farebbe una bella figura”. Zedda, in questo caso rispondendo alle interruzioni del consigliere grillino Calledda, ha anche svelato più di un ‘caso Paolo Savona’ a Palazzo Bacaredda: “Sa quanti assessori ho rifiutato io, e vede partiti che se ne sono andati. A ognuno di noi capita di dire questi no, questo no, quest’altro no, meglio un altro, aspetta, e quanti se ne sono andati?”.
Insomma, sprovveduti consiglieri dell’opposizione” così ci si comporta in una democrazia e queste sono le questioni”, ha ribadito il sindaco Zedda. L’appuntamento, per tutti, è alla prossima lectio magistralis dalla cattedra di via Roma. Da non perdere…
Arsenico
(admaioramedia.it)’