Michela Murgia è appena tornata dalla Cina, dove, su iniziativa degli Istituti italiani di cultura di Pechino e di Shangai, ha presentato la versione in lingua cinese del suo romanzo “Accabadora”, ed uno dei suoi primi pensieri è stato per il giornale on line (Ad Maiora Media), che sovente sopporta le mie riflessioni.
“Torno dalla Cina per scoprire che me la sarei presa col Comune di Tortolì per fare pubblicità al mio viaggio in Cina”, ha scritto su facebook, ed è proprio quello che hanno pensato in tanti. Infatti, è recidiva: ad ottobre, dopo mesi e mesi di silenzio seguiti alla sfortunata avventura elettorale, durante i quali si era dedicata prevalentemente ai ‘tour letterari’ con rare incursioni nel dibattito, in prossimità dell’uscita del suo ultimo libro (in ordine di tempo) si era scagliata con veemenza contro la mozione antigender presentata dal centrodestra in Consiglio regionale, riuscendo a catalizzare l’attenzione dei media. Un caso vincente di marketing librario aggressivo. Perciò, visti i buoni risultati ottenuti e considerato che l’annuncio del suo viaggio in Cina non aveva avuto grossi riscontri mediatici, ha giocato la ‘carta Magdi Allam‘, criticando l’Amministrazione comunale di Tortolì per il patrocinio ‘gratuito’ ad una conferenza dello scrittore di origine egiziana, da lei elegantemente definito “noto campione d’integrazione”.
Però, la ‘professoressa’ Murgia, oltre ad aver distribuito una lezioncina di giornalismo (“Ai giornalisti non la insegnano la differenza tra dare una notizia o esserlo?”), ha creduto – seppure con una prosa non propria degna di una scrittrice (“che hai visto mai che magari…”) – che in Redazione si fossero riferiti ai suoi tanti sostenitori sardi: “… magari qualcuno in Sardegna volesse prendere un biglietto per Pechino e seguirmi”. Mentre, più ‘prosaicamente’ l’articolo era riferito al suo già sperimentato marketing librario aggressivo. Agli scrittori non insegnano la differenza tra leggere un articolo e capirlo? Ma si sa, il jet lag cinese è deleterio…
Arsenico
(admaioramedia.it)
5 Comments
Romano
Non ho letto e non mi interessa leggere nessun libro di questa persona che cerca in tutti i modi di farsi notare. Sembra che sia alla stessa stregua del guru napoletano Saviano, segnalato dai servili componenti del gregge dei Media appecoronati alle banalità dei cosiddetti maitre a penser della sinistra. Quello che dice la Murgia sembra che sia il pensiero profondo di una maestra della cultura vivente in Sardegna, anche se scrive in un italiano da segno blu anche su un tema delle elementari: forse i suoi commenti su FB o sulle mail, non passano ai correttori di bozze delle case editrici che stampano i suoi libri. Forse spera che dopo la traduzione in lingua mandarino milioni di cinesi potranno abbeverarsi alla fonte della mostruosa cultura della nostra eroina.
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