Nell’ambito degli incontri che sta tenendo in giro per l’Isola per diffondere il verbo dell’accoglienza diffusa, l’assessore regionale degli Affari generali, Filippo Spanu, oggi, ad Aritzo, ha visitato una struttura, gestito dalla cooperativa sociale Vela blu, che ospita 15 minori non accompagnati, giunti da Niger, Mali, Senegal e Bangladesh, mentre altri minori vivono in un centro di accoglienza straordinaria (Cas), dove sono ospitati anche 40 immigrati maggiorenni.
“L’integrazione dei migranti è un percorso graduale – ha detto Spanu che ha incontrato i ragazzi ospiti del Centro, insieme al sindaco di Aritzo, Gualtiero Mameli – che richiede impegno e azioni mirate e ci sono segnali incoraggianti come quello che giunge da Aritzo con un Centro destinato ai minori e un altro Centro di accoglienza inseriti in modo equilibrato nella comunità. L’accoglienza, basata sui piccoli numeri, favorisce l’inclusione e una convivenza senza traumi”.
“La Regione – ha aggiunto l’Assessore – insieme al Tribunale per i minorenni, alle Prefetture e ai Comuni, sostiene con attività in vari campi, dalla scuola alla cultura allo sport, i minori stranieri che sono giunti in Sardegna senza genitori. Abbiamo stanziato risorse e dato impulso all’apertura di strutture a loro esclusivamente dedicate. C’è ancora tanto da fare ma siamo convinti di aver intrapreso un cammino che porterà i risultati attesi. Stiamo lavorando per potenziare la rete degli Sprar, che apre la strada a una migliore convivenza nei territori e per sensibilizzare i giovani sardi sul tema delle migrazioni attraverso un ciclo di incontri nelle scuole della Sardegna”.
“I ragazzi hanno mostrato motivazioni forti, la volontà di andare a scuola e di partecipare ad attività formative – ha evidenziato il rappresentante dell’Esecutivo Pigliaru – Hanno formulato speranze per il futuro: qualcuno vuole fare il medico, altri i giornalisti, i giocatori di basket e i calciatori. Vogliono restare in Sardegna, vivere nella terra che li ha accolti con grande calore, pur mantenendo vivo il legame con gli affetti lontani e l’utilizzo degli smartphone è legato proprio all’esigenza di coltivare il rapporto con le radici e con i luoghi di origine”.
L’assessore Spanu ha incontrato anche gli operatori della struttura, che hanno rimarcato “il bisogno di avere il sostegno continuo delle istituzioni, le difficoltà che insorgono quando i ragazzi compiono il 18esimo anno di età e la necessità di avere maggiori certezze sui tempi di rilascio del permesso di soggiorno”. (red)
(admaioramedia.it)
3 Comments
Pasqua Canu
Tutto sarebbe corretto, se si fosse attuata una politica di non esclusione Delle realtà sociali del nostro territorio,invece questi infami insistono,parlano di inclusioni di minori,(non dei nostri)sport ,scuola e quant’altro,somari,state creando una polveriera
Gabrio Tullio
Ma i residenti che dicono?????? Tutti contenti
Floris Antonio
ma i residenti ?????la regione?????pazzesco…e gli italiani????