Facebook é uno strumento fantastico. Saltando tra le pagine, mi sono imbattuto in HaRaGa Dz, piattaforma che conta quasi 65.000 seguaci. Per mesi abbiamo parlato, in tono sarcastico, dell’agenzia viaggi operante tra Algeria e Sardegna, con sede ad Annaba, che organizza i viaggi dei barchini che ultimano la propria tratta sulle coste del Sulcis.
Scorrendo i vari post mi è sinceramente venuto da sorridere, sopratutto per l’acceso dibattito politico scatenato in questi ultimi giorni, che si scontra con la dura realtà trasmessa, cioè che gli Algerini organizzano senza alcun segreto le loro migrazioni, prendendosi gioco dell’Italia in maniera per niente velata.
Il primo post che mi salta all’occhio è un video con tanto di post in arabo (la traduzione Facebook non è precisissima): “Video di accesso in Italia prima di ieri, da Alqalt. Abbiamo già diffuso le foto dall’altra parte”. Nelle immagini si mostrano sorridenti alcuni giovani algerini che, sigaretta in mano e cappellino in testa, sorridono felici mentre solcano le onde del mare in direzione Sardegna. Alla guida del barchino uno di loro che mostra fiero un moderno navigatore satellitare. Curioso sono andato a cercare le immagini del riferimento di sopra ed ho trovato numerose fotografie di giovani nord africani in mezzo al mare intenti a farsi selfie con tanto di post: “Queste sono immagini di 2 barche piccante da 5 barche che hanno raggiunto l’isola di Sardegna due giorni fa” (traduzione letterale).
Ed ancora decine di Algerini in bella mostra in via Roma, sotto il Comune, davanti al Porto, oppure fieri di avere già raggiunto il continente con commenti di altri che ancora devono partire che festeggiano la riuscita dell’impresa. Ed ancora, un post: “L’arrivo della barca che è partito ieri mattina da Annaba e hanno chiamato. Grazie a Dio”. Ancora, “Abbiamo ricevuto una notizia che ha raggiunto 5 barche, una partita in Sardegna, ieri sera”.
Precisi riferimenti alle partenze ed agli arrivi come il tabellone in aeroporto, con tanto di video di barchini che partono dalla costa nord africana. Traspare anche una rotta differente per i giovani viaggiatori, quella che unisce l’Algeria alla Spagna. Qui però le foto cambiano, i ragazzi si immortalano all’interno di centri per clandestini dove i muri sono molto alti e guarniti di filo spinato ed utilizzano parole ben diverse (vedi foto sotto), come appunto “centri di detenzione per clandestini”.
Realtà ben diversa dall’ospitale e sopratutto aperto centro di Monastir. Per non farci mancare nulla, l’ultimo post degno di essere riportato e che rende bene l’idea su tutta la questione: “Benvenuti a tutti gli italiani nella nostra pagina”, con tanto di simpatici smile di contorno, ahimè, oltre al danno anche la beffa.
Come al solito l’Italia dimostra di essere quello che è, il mondo politico di maggioranza è ben più interessato ad ottenere consensi che a risolvere realmente i problemi, gli incontri di facciata (chiamati istituzionali) tra il Ministro Minniti ed il pari ruolo algerino Bedoui sono seguiti da regolari e mai sospesi sbarchi, il Governatore Pigliaru scrive “letterine” preoccupate a Roma senza andare oltre, giusto per dimostrare di essere sensibile al problema, quando invece dopo due anni si è ben inteso che non sembra affar suo, l’espulsione è nulla di più di un “foglietto” da piegare e tenere in tasca per futuri e diversi utilizzi. Utilizzando amaramente le stesse parole del post di HaRaGa Dz: “Benvenuti a tutti gli Algerini nella nostra Sardegna”. Slogan ideale per il Comitato di accoglienza sardo legato al tour operator algerino.
Andy Capp
(admaioramedia.it)