Ne avevo sentite tante sui vaccini, ma non credevo che fosse diventato così difficile mettersi in regola, pena la non ammissione dei figli a scuola dal prossimo marzo.
Ho due bambini, uno di tre anni ed uno di quattro e mezzo. Qualche mese fa, la scuola materna mi comunica di avere necessità del certificato di vaccinazioni proprio per evitare di non dover ammettere, a norma di legge, i bambini alla frequentazione delle lezioni. Tra mille teorie dei ‘vaccini si’ e ‘vaccini no’, mi muovo per regolarizzare la posizione dei miei figli. Il mio Comune di riferimento è Selargius, così come per tante famiglie data la densità di popolazione e il fatto che da quattro anni anche i residenti di Monserrato fanno riferimento a quell’ambulatorio. Provo ad informarmi su internet sulle modalità di accesso e (penso) prenotazione on line. Le mie speranze sono vane, ci si muove alla vecchia maniera, bisogna fare la fila e ritirare il numero, non più di 25 al giorno. Verso ottobre la prima visita mi lascia sconvolto, entro in ambulatorio alle 10 (apertura dalle 8.30 alle 12.30), salgo le scale e già da li mi rendo conto della situazione, ci saranno tra adulti e bambini, almeno 100 persone in attesa. Rinuncio, invitando me stesso a raggiungere l’ambulatorio una seconda volta in orario ben più anticipato.
Seconda visita a novembre, salgo alle 9, ma per mia grande sorpresa la situazione è analoga alla precedente. Provo ad avvicinarmi alla porta ed appena aperta la dottoressa mi avvisa che la consegna dei numeri è di 25 al giorno e se avessi voluto attendere avrei potuto, senza però avere nessuna certezza del buon esito visto che potevano finire i medicinali o concludere le operazioni troppo tardi vista la presenza di tantissime persone davanti a me. La Dottoressa aggiunge che comunque, anche solo per informazioni, avrei dovuto ritirare il tanto agognato numero. Terza visita a dicembre, già progettata ma saltata per sopravvenuta influenza del bambino. Anno nuovo, riprovo con la terza visita, arrivo alle 9.10, perché purtroppo devo accompagnare il figlio grande a scuola e di arrivare prima non se ne parla proprio. Arrivo ma hanno già consegnato i numeri. Si apre la porta ed imploro la Dottoressa di guardarmi il libretto giusto per dirmi cosa manca e quante volte sarei dovuto riandare. Mossa a compassione da una sbirciatina e mi rassicura, dicendomi che con due soli vaccini sarei stato in regola. Mi armo quindi di furbizia, studiando una strategia vincente, arrivare in ambulatorio alle 7 del mattino e sperare che l’unico ‘matto’ ad avere un’idea del genere sia io.
Venerdì scorso esco che è ancora buio, salgo le scale e la sala è stranamente vuota. Mi avvicino assaporando il giusto della vittoria e mi accorgo di un foglio appeso alla porta: “L’ambulatorio vaccinazioni osserverà la chiusura al pubblico per aggiornamento obbligatorio del personale”. Ovviamente nessuna menzione della chiusura sul sito del Comune o dell’Assl. Quinta ed ultima puntata. Anche questa volta opto per l’uscita all’alba. Alle 7.45 l’ambulatorio conta già due persone in fila. Piano piano l’ambulatorio si riempie di mamme e bambini riconsegnando l’immagine vista nelle scorse settimane. Entro con in mano un pezzo di carta circolare giallo manoscritto con il numero tre. Il personale sanitario è estremamente cortese e professionale, racconto loro le mie avventure e con un po’ di imbarazzo, si scusano dando la colpa alla carenza di personale dovuta ai tagli che hanno colpito la sanità. Concordo con loro, purtroppo quando si parla di sanità, sicurezza ed istruzione, le carenze saltano all’occhio ed a farne le spese sono purtroppo sempre i cittadini. In questo caso però è diverso, gli utenti sono i bambini e non dovrebbero rimanere buttati in terra nel salone di attesa di ambulatorio con solo una decina di sedie a disposizione dell’utenza. Risultato, bambini in regola, cinque giorni di ferie e tanto nervoso per nulla. Eppure basterebbe poco: una semplice prenotazione on line a sostituzione dei ‘numeretti’ gialli, tanto colorati quanto vintage.
Andy Capp
(admaioramedia.it)