Il varo di una legge che imponga la bonifica delle strutture pubbliche; la realizzazione di nuovi impianti di inertizzazione dell’amianto, utili a rimuovere le discariche abusive, con la possibilità di effettuare la micro raccolta di piccole quantità di eternit che i cittadini possono conferire ai Comuni; un censimento delle aree da risanare per eliminare i rischi derivanti dalle polveri disperse nell’ambiente: sono questi i punti che Giampaolo Lilliu, presidente dell’Associazione regionale degli ex Esposti amianto, ha illustrato durante un incontro con la Commissione Ambiente del COnsiglio regionale, evidenziando i ritardi della Sardegna nella battaglia contro la fibra killer.
“Abbiamo davanti un’emergenza difficile da affrontare senza progetti ben definiti – ha sottolineato il presidente della Commissione d’inchiesta sull’amianto, Edoardo Tocco, consigliere regionale di Forza Italia – Secondo i dati forniti, nell’Isola non basterebbero 2.000 campi da calcio per racchiudere i siti contaminati dalle coperture con lastre in cemento amianto, con tantissime strutture pubbliche deturpate dalla presenza della fibra killer. Poche, sinora, le misure adottate per arginare il problema, a partire dalle risorse, con un pacchetto pari a 64 milioni di euro in cinque anni che permetterebbero di avviare un percorso virtuoso, che possa cominciare dalla mappatura dei territori contaminati sino all’approvazione di una legge per prescrivere il risanamento dei siti contaminati dalla presenza delle lastre”.
“Non sono più rinviabili provvedimenti di contrasto contro la diffusa presenza dell’amianto in Sardegna, con la costruzione di sistemi per la rimozione degli immondezzai abusivi con lastre di eternit disseminate nelle campagne”, ha aggiunto Tocco. (red)
(admaioramedia.it)