"Seppure, il progetto Cesa per la riqualificazione ambientale possa essere una buona notizia, bisogna ricordare che la situazione ambientale dell’Iglesiente risulta drammatica per le mancate bonifiche e per l’ulteriore carico di sostanze tossico-nocive presenti nella discarica alle porte di Iglesias di Genna Luas, che ospita gli scarti di lavorazione dei fumi di acciaieria della Società Portovesme srl". Lo ha denunciato Roberto Frongia del Centro studi dei Riformatori.
"La produzione (e lo stoccaggio) dei rifiuti industriali era ed è concentrata nella provincia di Cagliari (93%) ed in modo particolare nell’area industriale di Portovesme, dove fanghi rossi e scorie solide del polo piombo-zinco rappresentano il 75% del totale regionale. E la situazione delle aree minerarie e industriali nel resto dell’Isola appare ugualmente tragica – ha detto Frongia – Inoltre, è conclamata la gravissima omissione delle istituzioni centrali e locali, consistente nella violazione del principio di precauzione, connessa al principio di informazione a favore della popolazione, indice di grave negligenza, considerato che la conoscenza può consentire di adottare sistemi di prevenzione".
"Il governatore Pigliaru, avrebbe dovuto chiamare in giudizio, per il risarcimento del danno ambientale, le società pubbliche e private responsabili dell’inquinamento dell’ambiente e del territorio – ha aggiunto l'esponente dei Riformatori – E avrebbe dovuto esercitare tutte le prerogative della Regione in materia di disciplina dell'attività mineraria, imponendo all’Igea l'esecuzione di tutti i lavori, radicali e definitivi, per la messa in sicurezza e per il ripristino ambientale dei siti minerari dismessi. Ma così non è stato. Anzi, la Regione ha assistito passivamente al depauperamento delle competenza dell’Igea, sancendo il suo sostanziale fallimento".
"La situazione è ancora oggi al collasso a causa del disinteresse della Regione – ha concluso Frongia – Igea, Parco Geominerario e Ati Ifras rappresentano per i Sardi una cocente esperienza di fallimento politico, legislativo e amministrativo. In mancanza di significative azioni da parte dell’istituzione regionale, si provvederà a ricorrere, ancora una volta, in ogni sede competente, per vedere riconosciuti i risarcimenti per i danni ambientali e perché vengano identificati gli eventuali reati derivanti dall'omissione di atti dovuti". (red)
(admaioramedia.it)
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