“Se i sardi me lo chiederanno, io ci sarò”. Così Ines Pisano si è presentata sui media sardi, senza rivelare chi, e come, abbia suonato al suo citofono in Continente per chiederle con tanta insistenza di ‘scendere in campo’.
Così è partito un ‘canto’ che ha ipnotizzato perfino qualche presunto duro e puro di destra e che fino ad oggi è stato contrabbandato come una melodia intonata fuori dai partiti, lontana dalle correnti, alternativa a chi ha governato la Sardegna negli ultimi 20 anni. Poi è arrivato il momento della matematica, della conta dei Sardi che ‘le chiedono di presentarsi’ e la Magistrata (si dice così adesso?) è andata nel panico. Prima ha trionfalmente annunciato la raccolta di firme per la presentazione di liste, composte da non si sa chi, poi è andata subito in affanno e si affidata ad uno stratagemma: una consigliera regionale del Partito democratico si è intestata la candidatura della Ines, evitando a quest’ultima la raccolta di firme.
Questa becera azione è stata ammantata con finte finalità nobili, come una, non meglio precisata, solidarietà fra donne. La realtà è molto più cruda: Daniela Forma, così si chiama la soccorritrice, è del Pd, con punti di riferimento correntizi noti alle cronache (che peraltro conferma il suo sostegno al candidato governatore del centrosinistra e la sua personale candidatura col Pd) e questa mossa è solo uno squallido tentativo di consentire la presentazione di una lista di disturbo per danneggiare il centro-destra. La Pisano ricambia e proprio nelle scorse settimane, forse per dare un segnale, si è avventurata in una goffa critica politica del decreto sicurezza di Salvini, salvo poi ingranare la retromarcia quando qualcuno le ha fatto capire che le sue argomentazioni da ‘tecnico’ denotavano una scarsa conoscenza delle norme contenute nel decreto stesso. Del resto è già accaduto nel 2014, quando a Roma i capibastone del Pd diedero origine ad un’imitazione della lista Zona franca perché quella originale era già schierata con il centro-destra.
Così il Pd tenta disperatamente di ripetere quanto avvenne quando Pigliaru vinse per un ‘Pili’. Insomma, la Pisano si smentisce fin dall’esordio, dimostrando di non essere migliore dei vecchi politici e la sua candidatura è figlia di un’operazione vecchio stile dei maggiorenti del centrosinistra. Certamente una candidatura di servizio, ma al Pd. Lei sa bene che, a volte, la ‘Forma’ è sostanza.
Actarus
(admaioramedia.it)
2 Comments
Roberto Pompei
Mah andiamo sempre peggio, a chi credere ormai, mi sa che chiunque si avvicini alla tavola rotonda si ritrova immerso in un grande calderone dove tutto si rimescola
Le parole e le promesse si perdono nel nulla più assoluto
Salvatore Cuboni
Altro che favore……l’hanno aiutata, per indebolire il centrodestra.