Non termina la polemica tra i Riformatori e l’assessore del Bilancio, Raffaele Paci dopo la manifestazione di questa mattina sulla ‘vertenza entrate’. L’ex consigliere regionale Franco Meloni ha replicato alle dichiarazioni dell'assessore senza peli sulla lingua: "Perché Paci e così nervoso? Meno di un anno fa la nostra proposta fu votata dalla sinistra mentre oggi per codardia e ignavia la sua Giunta non la difende contro il governo di Roma".
Pronta anche la reazione del capogruppo in Consiglio regionale, Attilio Dedoni: “Se nella triste vicenda delle entrate erariali che lo Stato deve alla Sardegna c’è qualcuno che mente sapendo di mentire, quello è proprio l’assessore Paci che, dall’alto della sua presunta, superiore erudizione accademica, ha già fatto tanto danno all’Isola e alle casse della Regione, e che per questo farebbe bene a togliere al più presto il disturbo e a cedere il posto a chi meglio di lui può essere in grado di far ottenere ai sardi tutte le risorse che spettano loro secondo il dettato dello Statuto di Autonomia”.
“L’Assessore – ha proseguito Dedoni – sa perfettamente che il centrodestra non ha iscritto in bilancio le entrate previste per la compartecipazione alle accise sui carburanti, pur avendo inserito nella legge finanziaria la norma per la regionalizzazione delle accise, perché quella norma doveva servire proprio ad aprire un nuovo fronte di rivendicazione nei confronti dello Stato e che solo una volta che ci fosse stato formalmente riconosciuto tale diritto avremmo potuto iscrivere le entrate in bilancio.”
“Proprio Paci, però, firmando il famigerato accordo-capestro con il ministro Padoan, si è impegnato a ritirare i ricorsi per il riconoscimento delle entrate di cui all’art. 8 dello Statuto, comprese le accise, e a non presentarne di nuovi. Quindi, se non è possibile iscrivere nel bilancio regionale per il 2015 le entrate derivanti dalle accise sui carburanti prodotti in Sardegna, che ammontano ad almeno un miliardo di euro all’anno, la colpa è solo ed esclusivamente dell’assessore Paci e del suo asservimento al Governo targato Pd. Ne è ulteriore prova il fatto che sono stati due consiglieri regionali dei Riformatori a doversi sostituire alla Giunta regionale inadempiente richiedendo, nell’interesse della Regione, di costituirsi in giudizio davanti alla Corte Costituzionale per difendere la norma sulle accise impugnata dall’esecutivo nazionale”. (red)
(admaioramedia.it)