Un intervento urgente del presidente Pigliaru perché, nonostante la capitalizzazione, la gestione di Abbanoa è considerata negativa sotto tanti punti di vista. E’ la richiesta contenuta in una mozione sottoscritta non solo da tutti i gruppi di opposizione in Consiglio regionale, ma anche da alcuni consiglieri della maggioranza.
“Vogliamo denunciare le gravi criticità e le inefficienze del gestore del servizio idrico – ha detto Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia – In particolare rapporti con utenti ed amministrazioni locali, conflitti con Egas e Regione, blocco degli investimenti, mancati pagamenti dei fornitori, crisi del personale”.
“All’origine della situazione – ha aggiunto Marco Tedde (Forza Italia) – c’è la mancanza del controllo analogo affidato dalla legge ai Comuni-azionisti attraverso l’Egas, che invece Abbanoa ha aggirato liberandosi con modalità discutibili dei vertici Egas ritenuti scomodi. Anche dal punto di vista finanziario, i dati sono molto preoccupanti perché, a fronte di 700 milioni di crediti iscritti in bilancio, Abbanoa ha chiesto un prestito obbligazionario di 180 milioni pagando una provvigione di oltre 1 milione e ciò significa che i crediti o buona parte di essi sono inesigibili. Basta e avanza per la rimozione del management”.
Per il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, “Abbanoa sta provocando gravi danni alla Sardegna e questi danni non devono pagarli i sardi; Pigliaru deve occuparsene al più presto e se non lo fa è solo perché non vuole mettere a repentaglio i già fragilissimi equilibri della maggioranza”. Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, ha ricordato che, dai dati sull’attività del Consiglio regionale, “emerge che in questa legislatura sono stati più di 100 gli atti su Abbanoa, come interpellanze interrogazioni e mozioni e questo significa che i sardi non possono continuare ad assistere passivamente a disservizi e bollette pazze e che è arrivato il momento di cambiare i vertici: fra l’altro il 30 giugno scade il contratto del direttore e non si ha notizia di alcuna procedura avviata”.
Una battaglia di legalità, ha evidenziato Antonio Gaia (gruppo Cristiano popolari socialisti),che “bisogna portare a termine individuando le responsabilità che stanno a monte, chiamando la politica a decisioni che dovranno essere severissime. Abbanoa e l’ente più litigioso della Sardegna (perfino più dell’Agenzia delle entrate), pignora stipendi e pensioni, anche di ultra-novantenni, privandoli di un servizio essenziale, manda bollette dai 25.000 ai 200.000 euro a fronte di consumi medi che al massimo dovrebbero arrivare ai 350 euro annui: tengo a precisare che non sono contro Abbanoa ma sono contro questa gestione”.
Infine, il capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, ha auspicato che la politica riprenda il controllo di un servizio pubblico essenziale come quello idrico, anche per evitare una deriva “particolaristica che ha trasformato Abbanoa in un centro di potere al servizio di pochi. Per esempio, alcune economie di Egas per 3.5 milioni di euro, che dovevano essere destinate agli Enti locali per interventi sulle reti, invece sono finiti ad amici degli amici, proprio sotto elezioni”. (red)
(admaioramedia.it)