L’affidamento in house ad Abbanoa della gestione del servizio idrico integrato finisce nel mirino dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) e dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Lo ha comunicato il consigliere regionale dell’Upc, Antonio Gaia, che, insieme ad altri 22 consiglieri, lo scorso giugno aveva trasmesso all’Anac una richiesta di parere sulla gestione dell’acqua in Sardegna.
Nella deliberazione dell’Agcm (7 febbraio 2017) è scritto che “la disciplina del controllo analogo in vigore non consente in concreto ad Egas (ex Ato) l’esercizio effettivo dello stesso controllo sulla società di gestione”, invitando “a modificare la disciplina del controllo analogo di Egas su Abbanoa spa al fine di rispettare i requisiti previsti dall’ordinamento comunitario e nazionale per la legittimità dell’affidamento del servizio in house”.
Una settimana dopo (13 febbraio) la comunicazione dell’Anac che ammette possibili anomalie nella gestione del servizio idrico: “Appare carente il prescritto requisito del controllo analogo, inteso come controllo che l’ente proprietario della società in house deve esercitare su quest’ultima con caratteri di incisività e dominanza analoghi a quelli che si rinvengono nel controllo che lo stesso ente esercita sui propri servizi. Dagli atti sembra che il rapporto che si instaura tra l’ente titolare della quota azionaria maggioritaria (Regione Sardegna), che in tale veste dovrebbe esercitare il ‘controllo analogo’, e la società in house (Abbanoa spa) è solo indiretto, perché mediato da Egas che, quale ente di governo dell’ambito della Sardegna (ex Ato) svolge la funzione di programmazione, organizzazione e controllo sull’attività di gestione del servizio idrico integrato affidata ad Abbanoa”.
“Significa – ha precisato Gaia, che ha preannunciato la presentazione di una mozione consiliare bipartisan – che Anac e Agcm riconoscono fondate le nostre denunce sull’illegittimità dell’affidamento in house ad Abbanoa della gestione del servizio idrico integrato perché gli Enti locali, attraverso Egas, non esercitano il cosiddetto controllo analogo sull’ente gestore dell’acqua, in caso contrario dovrebbero nominare il collegio dei revisori dei conti, il consiglio di amministrazione e il direttore di Abbanoa”. “Ci auguriamo che con gli interventi di Anac ed Agcm si possa dare una svolta perché Abbanoa è percepita in Sardegna alla stregua di Equitalia”, ha concluso Gaia.
E’ intervenuto anche ha il capogruppo di Sdp, Daniele Cocco, che ha ricordato essere “uno dei trenta sindaci che non ha aderito al sistema Abbanoa ed ho ricevuto pressanti ingerenze per costringere anche il mio Comune a farlo, ma resisteremo perché è evidente che la gente non sopporta più l’attuale gestione dell’acqua”. “Apriamo il caso Abbanoa in Consiglio regionale – ha aggiunto il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu – ma portiamo in Aula anche gli altri due ‘mostri’ che vessano i sardi, Area e Enas”. (red)
(admaioramedia.it)