Oggi, sono stata al Pronto soccorso dell’ospedale San Marcellino di Muravera per un piccolo trauma, accadutomi sul lavoro.
Sono rimasta stupita scoprendo che il medico non comprendeva bene il racconto dei miei sintomi e dell’accaduto: era un medico iraniano, così mi ha detto, e non aveva estrema padronanza della lingua italiana. Chiedo aiuto alle infermiere per raccontare le mie problematiche, ma queste, essendo entrambe della Romania, sempre da loro riferito, non comprendevano bene né la mia lingua né quella del medico. Dopo 15 minuti di una situazione che aveva dell’incredibile (se non ci fosse da piangere, farebbe ridere) mi viene in soccorso una Oss italiana, che con molta buona volontà spiega ai sanitari il mio problema e mi porta finalmente in Radiologia.
Capisco la multietnicità e l’integrazione ma, come nel mio lavoro, la conoscenza della lingua italiana risulta indispensabile e credo che anche nel fornire un’adeguata prestazione sanitaria sia indispensabile. Non pretendo il bilinguismo richiesto in Trentino Alto Adige, anche se in un ospedale periferico la comprensione della lingua sarda agevola la comunicazione sanitaria, tanto meno la presenza di un ‘mediatore culturale’ che traduca, ma dover spiegare a gesti il dolore e mimare l’accaduto, perché l’italiano non è compreso adeguatamente, mi sembra troppo. Per fortuna nulla di grave avevo e quindi tutto è bene ciò che finisce bene.
Una Paziente stupita – Muravera
(admaioramedia.it)
2 Comments
Achille Caddeo
Google traduttore…
Gabrio Tullio
Per CARITÀ ma dottori sardi non ne abbiamo??? Siamo alla follia