Cari Concittadini Sardi,
Vi domanderete chi sono le persone nelle foto. Sono persone che in silenzio lavorano per offrire un servizio ai pazienti e che sono invisibili per il Servizio sanitario nazionale nel quale lavorano. Sono gli specializzandi laureati in biologia, veterinaria, farmacia, fisica, chimica e odontoiatria frequentanti le scuole di specializzazione di area sanitaria.
Questi giorni avrete certamente letto gli articoli riguardanti la mancata erogazione da parte della Regione Sardegna dei contratti di specializzazione per i colleghi medici. Ciò che certamente non sapete è che tali tagli riguardano non solo i colleghi medici, ma anche noi giovani specializzandi laureati in discipline diverse da medicina e chirurgia.
Noi però, a differenza dei colleghi medici, non riceviamo dal Ministero alcun contributo economico per il lavoro svolto all’interno delle strutture del Ssn, pur essendo obbligati a prestare il nostro servizio e pur essendo obbligati, come i medici, al possesso del titolo di specializzazione per l’accesso ai concorsi del Servizio sanitario nazionale!
A seguito di innumerevoli ricorsi per il diritto ad essere retribuiti per il lavoro svolto, come cita l’articolo 36 della Costituzione, una sentenza del Consiglio di stato del 2013 obbliga il Ministero della Salute a trovare i fondi necessari. Dopo tanta attesa, il Commissario ad acta ha recentemente proposto come soluzione l’istituzione di una borsa di studio di 100 euro annui, proposta indegna che è stata addirittura bocciata per mancanza di fondi, interamente destinati ai contratti per i colleghi medici. Questa è dunque la vergognosa cifra che lo Stato Italiano propone ai noi giovani laureati per la partecipazione alla totalità delle attività svolte sia all’interno dei Ssn che nelle Università.
Per quanto riguarda la Sardegna, dal 2009, sotto la Giunta Cappellacci, e sino al 2014, la Regione ha erogato delle borse di studio, che lontane dall’essere uno stipendio per il lavoro svolto e senza le tutele contrattuali del caso, quantomeno permettevano, anche ai giovani laureati meno abbienti, di accedere all’alta formazione nel campo della sanità pubblica. Tale scelta strategica ed illuminata, a favore dei propri giovani più talentuosi, ha portato la Regione Sardegna ad essere pioniera in Italia ed ad essere copiata anche da altre regioni.
Oggi, però, la Giunta Pigliaru cancella le suddette borse. Se la mancanza di finanziamento regionale, riduce i posti dei colleghi medici, azzera completamente la possibilità di frequenza delle scuole di specializzazione al laureato in discipline diverse da medicina e chirurgia che non abbia dietro di se una famiglia agiata, capace di poterlo sostenere. Questa discriminazione offende la nostra passione, enorme ed immensa, per il lavoro che ogni giorno svolgiamo con la massima professionalità al fine di poter contribuire alla salute pubblica, nei vari settori di nostra competenza e risulta oltraggiosa nei confronti di centinaia di giovani sardi che sperano di veder riconosciuti dalle Istituzioni il proprio lavoro e i tanti sacrifici fatti, e di non essere più denigrati e declassati.
L’omissione di intervento della Giunta, che si era proclamata a favore dell’istruzione, dell’alta formazione e della giustizia sociale, fortificherebbe un meccanismo malsano e la renderebbe complice dello stesso e, dunque, non degna della speranza che tanti giovani sardi hanno riposto in lei. Siate tutti consapevoli delle ripercussioni che tali decisioni possano avere per il futuro di migliaia di giovani laureati, sardi e non, che oggi sanno, che il loro lavoro, non vale neanche 100 euro l’anno e che le promesse elettorali, anche quelle fatte da chi il settore sanitario ed universitario lo conosce bene, hanno la consistenza dell’aria.
Cisas (Coordinamento italiano specializzandi di area sanitaria) Sardegna
(admaioramedia.it)
3 Comments
Paolo Randaccio
La situazione in Regione Sardegna deve essre davvero grave se il prof. Pigliaru, docente universitario, ha deciso di umiliare anche l'università a cui appartiene.
Mi immagino che ora stia tagliando i fondi a qualsiasi altra iniziativa o istituzione che non sia: 1) stipendi a tutti i dipendenti regionali 2) vitalizi a tutti gli ex consiglieri regionali 3) emolumenti a tutti i consiglieri 4) spese dei gruppi politici (le penne Mont Blanc sono persino rincarate) 5) trasferte e viaggi per EXPO e altre iniziative
Nota: il budget totale della Regione Sardegna è di circa 8 miliardi, il 50% è destinato alla sanità, il rimanente serve a tutto il resto, ma il 90% del 50% rimanente serve per il funzionamento dell'apparato regionale. Quindi il 45% del budget totale viene assorbito dalla Regione Sarda per amministrare il 5% (precisiamo: sul 50% la Regione può decidere ben poco, va alla Sanità, ciò su cui può prendere iniziative è il 5% del totale ovvero il 10% del 50% rimanente).
Auguri ai Sardi delle nuove generazioni, dovrete riparare i danni fatti dalla mia generazione e da quella che mi ha preceduto.
Lucia Argiolas
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Giovanna Vardeu
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