Il World congress of family, assise mondiale dei difensori della famiglia naturale che quest’anno si celebra a Verona, e che solitamente si svolgeva un po’ in sordina, ha ottenuto parecchia pubblicità indiretta dalle intemerate delle sinistre (compresi i grillini, che su certi temi gettano sempre la maschera) che non si avvedono, al pari dei socialisti massimalisti dei primi anni Venti, che superare certe ‘linee rosse’ dell’intolleranza porta sempre a reazioni uguali e contrarie.
Lo fa pensare la condotta degli esponenti della maggioranza che, in attesa delle elezioni anticipate, governa il Comune di Cagliari: nelle ultime ore del regno di Massimo Zedda, in risposta al congresso di Verona, su invito di una delle innumerevoli compagini di difensori dei diritti Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali), all’esterno del Municipio è stata nuovamente esposta la bandiera arcobaleno, simbolo di un’ideologia sedicente egualitaria, che spesso viene professata mancando di rispetto a chi la pensa diversamente dai suoi propugnatori. Del resto, questo è il ‘meno’, visto che i sostenitori della cosiddetta ‘ideologia gender’, grazie anche a una resistenza a dir poco insufficiente da parte della Chiesa cattolica, non celano più il proposito di annichilire l’istituto della famiglia naturale, che a norma di Costituzione resta la cellula fondamentale della nostra società, nel nome delle distopie pseudo-sociologiche da loro propugnate. Che ormai la ‘linea rossa’ sia stata superata, lo conferma ulteriormente anche l’esempio del conduttore radiofonico Giuseppe Cruciani, noto dissacratore con trascorsi da militante radicale e fervente sostenitore del divorzio e del diritto all’aborto, che ha sentito l’esigenza di difendere la libertà d’espressione dei partecipanti al World congress of families di Verona con un discorso all’insegna della libertà e della tolleranza.
In quel di Cagliari, invece, l’anno scorso, alle rimostranze del consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Pierluigi Mannino, basate su dubbi di legittimità amministrativa riguardo all’esposizione della bandiera arcobaleno nel Municipio, in celebrazione dell’imminente “Sardegna pride”, qualche esponente del Partito democratico rilanciò addirittura proponendo l’esposizione della suddetta bandiera in tutti gli edifici pubblici in occasione della kermesse Lgbt. Intanto, i ‘compagni’ si preparano beatamente alla prossima celebrazione cagliaritana dell’evento, certamente in compagnia di qualche grillino, come il mancato candidato governatore (azzoppato da una condanna per abuso d’ufficio), Mario Puddu, che non si è mai perso un ‘pride’ in vita sua, facendo anche improponibili paragoni coi raduni leghisti di Pontida.
Non si tratta di togliere diritti a nessuno, ma di ‘aggiungere diritti’, nella fattispecie a favore delle famiglie naturali, che, prima ancora che dalla minaccia di ideologie deliranti, sono bistrattate da decenni da politiche economiche, sociali e fiscali indifferenti, quando non ostili. Si tratta anche di pretendere rispetto nei confronti di tutte le idee, anche quelle che non si condividono, a meno che per qualcuno la democrazia non sia tale solo quando conviene. Però, chi supera certe ‘linee rosse’ nel medio periodo non la passa liscia e parecchi elettori che in un recente passato, stante lo sbandamento del centrodestra a trazione berlusconiana, avevano accordato notevoli consensi al Pd renziano e al Movimento 5 Stelle, si sono ormai ricreduti, e dopo la sinistra, annichilita il 4 marzo, potrebbe toccare ai grillini, che quando si parla di simili tematiche non riescono a mascherare, dietro le loro mille ambiguità e i loro diecimila opportunisti, la loro indole ‘sinistra’. A breve, il ‘conto’ potrà essere servito alla maggioranza comunale uscente da Palazzo Bacaredda, che ha lasciato la bandiera arcobaleno esposta sul Palazzo comunale in eredità alla prossima Amministrazione.
Caesar
(sardegna.admaioramedia.it)