Non solo la probabile abolizione dell’azienda sanitaria unica regionale (Ats) ed il reset per la riforma della rete ospedaliera, i due cavalli di battaglia del duo Pigliaru-Arru nella sanità in Sardegna, ma anche il sistema dell’emergenza-urgenza è oggetto di pesanti critiche e per la nuova Giunta regionale sarà un valido misuratore di discontinuità dal precedente Esecutivo.
“Le politiche scellerate degli ultimi anni porteranno, fra qualche mese, alla demedicalizzazione del servizio del 118: non ci saranno più i medici nelle ambulanze – ha denunciato Annalisa Mele, medico del 118 e coordinatrice di Oristano della Lega, con delega per la provincia – La mancata pianificazione del turnover, che avrebbe dovuto rilevare il fabbisogno del personale medico e attivare i corsi di formazione per nuovi ingressi, sta di fatto portando allo smantellamento del servizio. La conseguenza evidente è la riduzione della qualità dello stesso servizio”.
Ricordando la proposta, avanzata all’Assessorato regionale e ad Areus (Azienda regionale emergenza urgenza sarda) da una società scientifica che prospettava l’utilizzo di specialisti ‘a gettone’ da impiegare sul territorio, la dirigente della Lega ha espresso la sua netta contrarietà: “Oltre a non essere praticabile per grave carenza di personale medico nei dipartimenti di emergenza, evidenzia come da più premano per fare scomparire la figura del medico del 118. I cittadini devono sapere che, fra qualche tempo, quando chiameranno per un’urgenza sanitaria non arriverà l’ambulanza con medico, infermiere ed autista soccorritore, che potranno dare risposte qualificate e immediate, ma saranno accompagnati in ospedale senza assistenza sanitaria, con l’aggravio del peso enorme che i Pronto soccorso dovranno sobbarcarsi. Se si è fortunati, comunque, cioè se le condizioni meteo lo consentiranno o se si dovesse stare male durante il giorno, magari arriverà l’elicottero. Servizio sicuramente indispensabile, ma altrettanto sovradimensionato, costosissimo e che all’imbrunire non è più attivabile”.
Infine, conclude Mele, “vorremmo sapere perché si siano spesi fior di quattrini per formare sanitari per l’elisoccorso e mai si è provveduto a formare medici per le ambulanze, i cui costi, a confronto, sarebbero stati davvero irrisori”. (red)
(sardegna.admaioramedia.it)