La diga di Monte Crispu, sul fiume Temo nelle campagne di Bosa, è stata progettata tra il 1955 ed il 1959, con lo scopo di laminarne le piene e proteggere il centro abitato, e poi costruita tra il 1965 ed il 1971: un’opera alta 57 metri ed un volume di invaso pari a circa 29 milioni di metri cubi.
Durante alcuni collaudi, effettuati nel 2011, sono state riscontrate alcune perdite e successive norme hanno reso necessari alcuni interventi per il ripristino delle condizioni di sicurezza e per l’adeguamento dello scarico di fondo. Nel giugno 2017, la Giunta Pigliaru ha recepito le conclusioni del tavolo tecnico, che ha anche ricordato come la diga di Monte Crispu sia stata realizzata per “essere destinata esclusivamente alla laminazione delle onde di piana, a protezione della città di Bosa”. Nonostante ciò, dopo una storia di quasi sessant’anni, la diga è ancora da collaudare ed i cittadini, non solo bosani ma di tutta la Planargia, attendono ancora le della politica regionale.
Sul tema, il senatore del Psdaz, Christian Solinas, ha scritto una lettera al presidente Pigliaru per sapere quali siano gli impedimenti per il collaudo e la messa in sicurezza, chi deve intervenire per rimuoverli, con quante e quali risorse e chi le deve programmare: “La Giunta ha fatto proprie, con apposita deliberazione, le conclusioni del tavolo tecnico, recependo anche il punto sulla destinazione della diga secondo cui ‘rispetto alle attuali regole di gestione non sarebbe utile ai fini di protezione civile destinare ulteriori volumi alla laminazione benché la stessa diga fosse realizzata per essere destinata esclusivamente a tale scopo’. Bosa merita una soluzione su questa annosa vicenda ed una risposta definitiva per la sicurezza e lo sviluppo della cittá”. (red)
(admaioramedia.it)