L’Italia è il secondo produttore al mondo di vino con 44,4 milioni di ettolitri prodotti ed un giro d’affari di 14,6 miliardi di euro, ma raggiunge un singolare primato negativo: tra i principali paesi produttori e consumatori di vino, si classifica ultima nella vendita online con una penetrazione dello 0,2%. Il mercato risulta tuttavia promettente, secondo i dati dell’Osservatorio e-commerce B2c Netcomm del Politecnico di Milano, e il comparto food&wine sta facendo registrare tassi di crescita del 30% all'anno.
Questo è il quadro che emerge dalla ricerca condotta da Tannico, e-commerce di vino con oltre 10.000 clienti e più di 30.000 bottiglie vendute ogni mese: “Sono oltre 500 le cantine che si appoggiano a Tannico per la vendita dei loro prodotti, il 200% in più rispetto all’anno precedente", ha detto Marco Magnocavallo, fondatore di Tannico.it nel 2013.
La Sardegna è seconda nella classifica delle regioni che spendono maggiormente online per il vino con una media di 104,08 euro ed i tre vini maggiormente acquistati sono Carignano, Vermentino e Prosecco. Dietro solo alla Valle D’Aosta con un ticket medio di 141,2 euro. In Italia il canale online è agli esordi e ha davanti a sé ampie possibilità di crescita. La penetrazione rispetto alle vendite totali del mercato è ancora limitata, pari allo 0.2%, contro una media mondiale che si attesta al 1.8%.
La Cina, che anno dopo anno sta incrementando il proprio mercato rapidamente, risulta il paese con la penetrazione più alta, pari al 27%, quadrupla rispetto al Regno Unito dove il canale internet ha un peso del 6,8%. Terza in classifica la Francia con il 5,8% seguita da Germania e Spagna. Il grande successo dell'e-commerce in Cina è legato al fatto che questo canale si presenta come il mezzo più efficace e veloce per accedere al mercato del vino, all’interno di un settore sostanzialmente nuovo e privo di canali di vendita radicati nel territorio.
In Italia, invece, la situazione è esattamente opposta: il vino è parte integrante della cultura popolare e la capillarità dei produttori distribuiti sul territorio ha fatto sì che la domanda si indirizzasse principalmente sul canale fisico. Inoltre, il mercato e-commerce italiano non si è ancora sviluppato. (red)
(admaioramedia.it)