"I risultati ottenuti dalla società Ambiente – ingegneria ambientale e laboratori, attraverso le analisi sui campioni di terreno prelevati nell'area del poligono a terra e in quello a mare di Capo San Lorenzo, hanno evidenziato una sostanziale conformità ai limiti previsti dalla legge sulla Concentrazione soglia di contaminazione (Csc) nel suolo e nel sottosuolo." Lo ha scritto il giornale on line Con la Brigata Sassari (diretto dal giornalista Paolo Vacca), citando i risultati che la Società incaricata, mediante gara d'appalto internazionale, ha scritto nella relazione tecnica consegnata alla Nato Support Agency (Nspa) ed al Poligono Interforze Salto di Quirra (Pisq), che l'avevano commissionata a gennaio 2013. Anche questa perizia, rileva il giornale, "ha prodotto risultati sovrapponibili a quelli ottenuti dall'Università di Siena, dalla società Sgs e, più recentemente, dagli specialisti del Centro chimico dell'Aeronautica militare e dal consulente tecnico del Tribunale di Lanusei, Mario Mariani, coordinatore della sezione di Ingegneria nucleare del Politecnico di Milano".
La società Ambiente ha operato su due piani di caratterizzazione delle quattro aree (tre 'a terra' ed uno 'a mare') del Pisq, proprio quelle indicate dal Pubblico ministero di Lanusei come le maggiormente contaminate, in quanto caratterizzate da "più intensa attività operativa". Piani approvati nel corso di due Conferenze dei servizi, svoltesi nel primo semestre del 2012, accogliendo integralmente le metodologie, i protocolli operativi, gli obiettivi di ricerca e la posizione di ogni singolo punto di prelievo dei campioni indicati dall'Arpa Sardegna di concerto con l'Assessorato regionale dell'Ambiente, le due Province interessate, le Asl 8 e 4, i dodici comuni del Sarrabus e dell'Ogliastra. Inoltre, l'Arpa, in perfetta autonomia, ha effettuato i propri riscontri di laboratorio in qualificati centri sia isolani che della penisola, con l'esecuzione di ulteriori analisi dei campioni prelevati e depositati dalla società Ambiente.
In sintesi, questi i risultati del monitoraggio: "L’uranio presente nei terreni dell’area campionata (sono stati eseguiti 65 prelievi) è caratterizzato da valori del rapporto isotopico 235U/238U che oscillano attorno a quello dell’uranio naturale ed i valori misurati in Accu Perda Majori risultano maggiori rispetto ai valori misurati sugli altri siti, Is Pibiris, zona arrivo colpi e Capo San Lorenzo"; "coi dati attualmente a disposizione è possibile escludere la presenza di uranio impoverito in Accu Perda Majori e una rilevanza ai fini di rischi radiologici di uranio rispetto alle altre aree del poligono"; "non si hanno informazioni sufficienti per poter attribuire, in modo certo, a cause naturali la relativa abbondanza di uranio riscontrata nell'area"; "per il torio e il tungsteno misurati nei terreni (è stata eseguita analisi su 65 campioni) è ipotizzabile un’origine naturale"; "per i composti esplosivi (misurati nei 33 campioni di terreni e 6 campioni di acque), sono stati determinati valori tutti inferiori al limite di rivelabilità"; "il torio misurato su sei campioni di acque è risultato sempre inferiore al limite, mentre l’uranio è sempre inferiore a 4 microgrammi per litro"; "le indagine radiometriche, condotte su quattro campioni di terreni e un campione di acqua, non evidenziano particolari criticità radiometriche ed i livelli di concentrazione misurati risultano tipici del fondo ambientale".
Anche questa ennesima ricerca porterebbe ad escludere pericoli diretti per la salute pubblica causati dall'attività svolta al Poligono. Perciò, una volta terminata l'indagine del Tribunale di Lanusei, verrà il tempo per fare altre considerazioni sulla presenza militare nell'Isola, sugli interessi economici che inevitabilmente caratterizzano le bonifiche e sulla genuinità di alcuni professionisti dell'ambiente e della salute pubblica. (fm)
(admaioramedia.it)