Una squadra senza grinta per 45 minuti può ancora sperare nella salvezza, di per sé difficile anche se la matematica non la definisce impossibile? È quanto si chiedono i tifosi del Cagliari, che non riescono a vedere nei giocatori rossoblù quella determinazione che invece mostrano altre squadre della parte bassa della classifica: non solo quelle virtualmente considerate fuori dai guai (buon ultimo il Chievo, vincitore contro il Palermo) ma anche il Cesena, che oggi potrebbe operare il temuto sorpasso.
La squadra di Zeman vive di fiammate, ma così non ci si può salvare. E contro il Milan si arrende sul 3-1 per i rossoneri, complici due svarioni difensivi. Sul gol di Mènez, Diakitè non sta attaccato all’avversario e gli consente di scoccare un bel tiro (imparabile) a rientrare sul secondo palo; sul raddoppio firmato da Mexes, addirittura la retroguardia si dimentica di marcare il francese su un calcio d’angolo. Non è la prima volta, non sarà neppure l’ultima. In mezzo ai due gol la rabbiosa reazione del Cagliari, con un gol di Farias in contropiede (da incorniciare) e un pareggio meritatissimo. Ma non possiamo dimenticare alcune cose: il gol mancato da Sau dopo appena 5 minuti di gioco, le insufficienti prove di Gonzalez, Avelar, Crisetig, Donsah, M'Poku e dello stesso Sau. Tutto questo per far comprendere che, quanto segue, non vuole essere una giustificazione per la sconfitta del Meazza.
Permetteteci di aprire un capitolo a sé stante. Quando, a metà settimana, il designatore degli arbitri ha scelto Tagliavento per questo incontro, abbiamo capito che il Cagliari avrebbe avuto sorprese poco piacevoli, a meno che i rossoblù non fossero riusciti a portarsi subito sul 3-0 a loro favore. È vero, la squadra di Zeman (ma è accaduto anche sotto la guida di Zola, ad essere sinceri) è diventata specialista nel rianimare gli zombie del campionato: su tutte, parla la gara interna con la Roma-2. Ciò non toglie che il rigore inesistente assegnato al Milan al 76’ è un errore gravissimo per tutti, in particolare per un fischietto internazionale. Ma Tagliavento, non dimentichiamolo, è quello che – complice anche in quella occasione un assistente di linea – non concesse proprio al Milan un gol clamoroso contro la Juventus: non videro che la palla aveva varcato la linea di porta di 60 centimetri!
Va bene tutto, ma non l’accanimento contro le piccole squadre. Se la Juventus viene favorita a discapito delle avversarie di turno (Milan compreso), non si può fare altrettanto a favore del Milan quando i rossoneri incontrano formazioni di bassa classifica. Negli ultimi anni abbiamo assistito a tanti, gratuiti omaggi del Cagliari ai rossoneri, ma questo episodio lascia davvero l’amaro in bocca. Sul 2-1 per i padroni di casa, con un quarto d’ora più il recupero da giocare, il risultato era apertissimo (anche perché il Milan di questi tempi è davvero poca roba): lo confermano la traversa centrata da Joao Pedro e un paio di occasioni piuttosto ghiotte. Quel rigore è stata un’autentica mazzata, che ha piegato le gambe ai giocatori di Zeman. Alla fine, soltanto le prodezze di Brkic hanno evitato un risultato più pesante.
In attesa dei risultati di Cesena e Atalanta, viene da fare una considerazione: la pausa del campionato per gli impegni della Nazionale arriva quanto mai propizia. Tirare un po’ il fiato aiuterà, soprattutto dal punto di vista psicologico. L’importante è che, alla ripresa, si possa fare affidamento su arbitraggi imparziali. Se il Cagliari merita di retrocedere, deve dirlo soltanto il campo. In un campionato più pulito e serio di quello italiano, un arbitro come Tagliavento avrebbe concluso anzitempo la stagione.
Arrogutottu
(admaioramedia.it)