Pensavo che, dopo le ‘letterine’ del governatore Pigliaru al ministro Minniti ed i ‘fogliettini’ d’espulsione senza alcun valore, le ‘barzellette politiche’ circa l’immigrazione in Sardegna fossero finite. Invece no, ecco la ‘gitarella’ a Roma con le buone novelle portate dall’assessore Filippo Spanu, che ha incontrato il prefetto Mario Morcone, capo di Gabinetto del Ministero degli interni, già direttore del Dipartimento immigrazione dello stesso Ministero.
Lo stesso Morcone, già candidato per il Pd come sindaco di Napoli contro De Magistris, nell’agosto 2015 fu oggetto di una lettera aperta da parte di Luca Agati, segretario provinciale di Cagliari del Sindacato autonomo di Polizia, che denunciava una situazione allarmante legata agli sbarchi ed alla penuria di personale da dedicare alla problematica. Cambiano gli uffici, le targhette sulle porte del Ministero, ma non i ‘soliti noti’ che nonostante i fallimenti continuano a gestire l’immigrazione in Italia. Intanto i problemi per la Sardegna si amplificano, aprendo nuovi scenari di allarme sociale. Durante l’incontro si è parlato di quote di accoglienza dei migranti, al di sotto delle percentuali stabilite per la Regione, attribuendo questo risultato all’incessante lavoro del governatore Pigliaru, che grazie alla sua politica territoriale è riuscito nell’impresa di abbassare a circa 5.500 unità la presenza dei migranti nell’Isola. Peccato che proprio due giorni prima la Prefettura di Cagliari avesse pubblicato sul proprio sito, il bando per la gara finalizzato al reperimento di strutture da adibire a centri di prima accoglienza per stranieri.
Ricapitolando: i posti sono da riempire, perché mica possiamo disattendere i voleri centrali, ma la politica si vanta di aver calato le presenze. Il goffo tentativo di nascondere la verità è caduto ancora prima di iniziare. Durante l’incontro si è parlato anche di sbarchi diretti degli algerini che, durante il meeting, deliziavano la città con decine di furti, risse e rapine, terrorizzando i cittadini residenti nel centro città. Morcone ha dichiarato che al termine delle procedure amministrative, la maggior parte degli algerini lasciano l’Isola, assicurando infine l’apertura in tempi stretti di un Cpr, centro permanenza per rimpatri, presso il vecchio carcere di Macomer.
“Il Governo accogliendo le richieste della Giunta, ha avviato un confronto con le autorità del paese nordafricano”, chissà se Morcone si riferiva all’incontro avvenuto in Algeria a seguito del quale sono sbarcati in un mese quasi 1.500 algerini. Al di là che nulla di nuovo è emerso dalla ‘gitarella’ romana, se non aver provato a gettare altro fumo negli occhi dei cittadini, concordo con Morcone sul dettaglio che gli algerini sbarcano e se ne vanno, ma é anche vero che se il flusso è continuo e sul territorio permangono clandestini che delinquono, creando un problema sociale legato alla sicurezza, discorso nemmeno emerso durante l’incontro. Sull’apertura del centro a Macomer, mi domando chi sia il genio che abbia pensato ad un luogo distante dal Sulcis, ma sopratutto dall’aeroporto di Cagliari da dove partiranno i voli destinati ai rimpatri. Risultato, altri soldi pubblici buttati in scorte, trasferte, servizi vari, con la problematica degli organici delle Forze dell’ordine sempre più rimaneggiate. Non sarebbe più logico individuare una struttura nelle vicinanze cagliaritane? Dove finisce la logica, inizia la politica – della sinistra – italiana
Andy Capp
(admaioramedia.it)
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