Nei giorni scorsi, il Parlamento europeo ha approvato il Ceta (Comprehensive economic and trade agreement), accordo di libero scambio tra Canada ed Unione europea con 408 voti favorevoli, 254 contrari e 33 astensioni. Il trattato, era stato firmato lo scorso autunno, dalla Commissione europea e dal governo canadese, non ha convinto tutte le forze politiche presenti a Strasburgo. Il suo iter è stato lo stesso del Ttip, accordo con gli Stati Uniti che il nuovo presidente Trump ha messo definitivamente nel cassetto, ed infatti il presidente del Ppe, Manfred Weber, ha detto che ” il voto sul Ceta è la risposta di Europa e Canada alla politica di Trump, una risposta anti-protezionista”.
Un accordo che avrà comunque ripercussioni anche sull’economia sarda: “Per la Sardegna una svolta storica nella tutela delle eccellenze, una straordinaria occasione per l’export della nostra Isola – ha commentato l’eurodeputato del Ppe, Salvatore Cicu – Chi si oppone va contro la crescita delle nostre economie. Finalmente vengono riconosciute la salvaguardia delle indicazioni geografiche con prodotti come, su tutti, il pecorino sardo. In termini concreti questo significa un abbattimento delle barriere tariffarie, una tutela degli investimenti, facilitazioni per le Pmi e l’ingresso di soggetti europei e canadesi nelle rispettive gare d’appalto domestiche”.
Secondo Cicu, “l’accordo rispetterà pienamente le norme europee in settori quali la sicurezza alimentare e i diritti dei lavoratori, contenendo anche le garanzie necessarie perché i vantaggi economici ottenuti non vadano contro i valori della democrazia, dell’ambiente o della salute e sicurezza dei consumatori. Stimiamo un aumento del volume di affari fino a 12 miliardi di euro l’anno, con l’abbattimento di 500 milioni di euro annui sui costi di esportazione”.
Contraria l’ala sovranista del centrodestra: “Non è questione di libero mercato o protezionismo – ha commentato Salvatore Deidda, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia – ma non si può aprire il nostro mercato ai prodotti, in gran parte agricoli, canadesi senza i dazi o le regole che oggi regolamentano il commercio. Saremo schiacciati e la nostra fragile economia sprofonderà.”
Poi, Deidda si rivolge proprio al Deputato europeo azzurro: “Ci spiace vedere come Forza Italia, con il sardo Cicu, non abbia forse compreso che se il Parlamento italiano ratificherà questo accordo i nostri produttori saranno schiacciati e non avranno nessun guadagno. Con il loro voto agevolano le multinazionali straniere e ammazzano il nostro già debole commercio. Non è possibile commerciare sullo stesso piano con chi non ha le stesse regole, non ha gli stessi principi su qualità e sicurezza e sul rispetto della naturalità del prodotto, chi ha estensioni territoriali aziendali dieci volte quelle nostre, chi ha diverse leggi rispetto le nostre per non parlare dei regimi fiscali”.
La contestazione è anche sull’aumento dell’esportazione: “Ci diranno che esporteremo più formaggi – ha aggiunto l’esponente di FdI – Peccato che il Canada produce già delle imitazioni e i nostri prodotti saranno accanto a quelli canadesi, ovviamente molto più cari e meno appetibili. Un nuovo favore alle multinazionali e una decisione dell’Europarlamento che va contro la sovranità popolare. Ancora una volta gli europarlamentari sardi sono tristemente colpevoli. La battaglia ora si sposta in Parlamento, anche se purtroppo l’Unione europea può applicare da subito il Ceta”. (red)
(admaioramedia.it)