Come previsto, e preannunciato nelle pagine facebook del Coordinamento antifascista cagliaritano, questa mattina, Cagliari ha vissuto alcuni momenti di tensione per il consueto 'presidio democratico', teso ad impedire, o almeno a disturbare, le manifestazioni altrui.
Questa volta è stato il turno del segretario leghista, Matteo Salvini, in Città per inaugurare la sede del movimento "Noi con Salvini", e che stasera sarà ad Alghero ed Olbia per altri incontri politici. Anche nella città catalana è atteso dagli antifascisti: "Non c'è spazio per Salvini e per la sua propaganda becera – ha scritto il Coordinamento – L'agibilità politica gli viene data da un sistema che si fa chiamare democratico e che ha come assunto la bella favoletta che tutti possano esprimere le proprie opinioni, anche le più vomitevoli, a patto che lo si faccia stando dentro a regole scritte per concedere questa libertà a pochi e per precluderla a tanti".
Gli 'antagonisti', nuova eterogenea galassia dell’estremismo di sinistra, in corteo (ovviamente non autorizzato, ma tollerato) da piazzale Trento a viale Sant'Avendrace, dove si trova la sede del Movimento, hanno tentato di forzare il cordone della Polizia, lanciando uova piene di vernice, e provocato una carica degli agenti che li ha dispersi. Ricompattati in un altro corteo, sempre non autorizzato, si sono recati verso l'Hotel Panorama, dove il leghista avrebbe tenuto un incontro coi simpatizzanti, senza riuscire però a raggiungerlo per i cordoni predisposti dalla Polizia. Nel passaggio dei manifestanti è stato danneggiato anche uno sportello bancomat, ma tutto sommato, oltre a qualche scritta sui muri, poco da segnalare. In mattinata, gli agenti avevano fermato, in via Porcell, due persone (a fine mattinata rilasciate) che erano alla guida di un furgone, diretto alla manifestazione, con materiale considerato pericoloso: striscioni rinforzati, mazze di ferro e fumogeni.
La presenza di Salvini, comunque, ha destato l'attenzione anche di qualche amministratore locale. Francesca Ghirra, consigliere comunale di Sel e presidente della Commissione Cultura, si è lamentata su facebook: "Scandaloso che la città sia paralizzata per l'arrivo di un disgustoso personaggio 'politico'. Se vivessimo in un paese civile uno che come lui predica razzismo, odio e xenofobia verrebbe bandito. Dobbiamo accollarci le spese di tutte le forze dell'ordine impegnate a seguire i suoi giretti di propaganda antidemocratica e i disagi che la sua permanenza in città comporta. Dovremmo interrogarci più spesso sul senso della democrazia".
"Parole che non rasserenano un clima già incandescente – ha commentato Salvatore Deidda, coordinatore regionale di Fratelli d'Italia – Parole irresponsabili da parte di un rappresentante dell'Istituzione comunale che conferma quello che diciamo da tempo: da un paio d'anni in città l'intolleranza politica è cresciuta al pari della tensione".
"Non è necessario essere tifosi di Salvini – ha aggiunto Deidda – per chiedere al Sindaco Zedda e alla maggioranza di condannare gli atti violenti e i vandalismi di cui si sono resi protagonisti i contestatori. Si chieda scusa agli abitanti del quartiere di Sant'Avendrace, ai negozianti che non meritavano di passare una giornata reclusi nelle case o nei negozi a causa della violenza politica". (red)
(admaioramedia.it)
9 Comments
Romano
Questi pseudeo democratici o gruppi di studentelli radical chick capelluti, dalle barbe di caprette, con piercing al naso ed alle loro facce emaciate e malaticce, che cianciano di democrazia ed antifascismo, non sanno nemmeno il vero significato dei due termini. Sono dei poveracci, utilizzati da menti sopraffine per i soliti disegni di una mentalità comunista, che stenta a sradicarsi dal Paese. Sarebbe invece ora che sia il comunismo ed ogni riferimento a questa ideologia di morte e di campi di concentramento a dover essere messa fuori legge, cosi come avvenuto laddove essa ha avuto inizio: l'URSS. Solo chi è debole di idee, chi non sa controbattere a quelle altrui pensa che la democrazia consista nel vietare agli altri di parlare. Questi veri imbecilli devono chiedere scusa alla popolazione, alle autorità, al popolo per aver costretto le forze dell'ordine a guidare il loro scarno gregge di capre sbandate, per cercare di evitare danneggiamenti alle strade, alle vetrine, ai bancomat, ecc. Sono loro che dovrebbero ripulire e rimettere a posto quello che hanno sfasciato, e non le casse pubbliche.
Sono loro a dover chiedere scusa ai cittadini cagliaritani, ai commercianti, agli artigiani, di non poter esercitare i loro diritti. Queste manifestazioni becere devono finire, non si può tenere in scacco migliaia di persone per ascoltare i loro slogan veramente antidemocratici e fascismo, anche rosso, ma sempre fascismo o, peggio, nazismo. Il fatto poi che una componente del consiglio comunale, per di più apartenente allo stesso partito del sindaco, si permetta di rilasciare quelle dichiarazioni, segno di una cultura comunista, antidemocratica, offende tutti i cagliaritani soprattutto coloro che l'hanno votata. Non sono leghista, non sono un salviniano, ma ritengo che se Salvini è un razzista, o come lo descrivono loro, questi personaggi lo sono all'ennesima potenza e dovrebbero solo vergognarsi.
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