Dopo la pubblicazione della determina di Agea sulla gestione dell’acquisto dei formaggi sul bando a favore degli indigenti, che destina 3,5 milioni di euro di fondi nazionali alla Sardegna, il neo assessore regionale dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, ha voluto precisare che “la richiesta della Regione, inviata il 20 febbraio scorso dal presidente Pigliaru al ministro delle Politiche agricole Martina, era chiara nell’indicare la non applicazione di quote percentuali, ma il criterio invece del prezzo più basso per far assorbire dal bando indigenti una maggior quantità di pecorino romano”.
Perciò, il prossimo mercoledì 15 marzo è fissato un incontro a Roma con il Ministro per “ribadire la posizione della Regione e spiegare le difficoltà che tutto il comparto ovicaprino sardo sta affrontando in questi mesi a causa del deprezzamento del pecorino romano e quindi del pagamento del latte ai nostri pastori. Solleciteremo Martina a intervenire anche su Agea per accelerare i pagamenti comunitari che ancora spettano a decine di migliaia di aziende agricole sarde”.
La decisione dl ministro Martina è stata fortemente criticata dal capogruppo regionale dell’Udc, Gianluigi Rubiu: “Una cifra irrisoria, rispetto a quanto promesso dal Ministro, che si era impegnato a raddoppiare la quota destinata al Pecorino romano, che non risolverà certo la crisi delle campagne coi produttori lattiero caseari strozzati dal calo vertiginoso dei prezzi del Pecorino romano e non contribuirà sicuramente a ridurre le eccedenze né tantomeno aumenterà il prezzo del latte o darà nuove speranze ai produttori isolani”.
“Un brutto segnale per l’agricoltura sarda – ha aggiunto Rubiu – che lascia presagire una ripresa ancora lontana per il mondo delle campagne. La pochezza di interventi economici messi in campo palesa lo scarso peso politico dell’esecutivo isolano. La solita elemosina, che fa male il doppio perché elargita dopo le passerelle del premier Gentiloni. In questo scenario, si registra l’assenza di una strategia messa in campo dalla Giunta regionale, incapace di portare il malcontento della categoria a livello nazionale e adottare un piano che si concentri principalmente sul soddisfacimento del mercato isolano, puntando sul valore aggiunto delle produzioni sarde. Non si intravedono misure efficaci per sostenere un settore in forte crisi e ridare speranza agli imprenditori agricoli della Sardegna”.
Anche per Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale, “il dietrofront del Ministro, che si è rimangiato la promessa di destinare al pecorino romano almeno 4,5 milioni nel bando per il ritiro dei formaggi da destinare agli indigenti, non giunge inaspettato e non fa altro che svelare il bluff che abbiamo denunciato sin dal primo momento: Governo e Regione, il primo per mancanza di volontà e la seconda per mancanza di risorse, vorrebbero far credere che la crisi del comparto ovicaprino può essere affrontata a costo zero, senza investire un euro per rilanciare il settore più importante della nostra economia”.
“Sarebbe interessante – ha detto Dedoni – sentire il parere della Giunta regionale ed in particolare dell’assessore Paci, che per alcune settimane, senza un assessore dell’Agricoltura in carica ed assente il presidente Pigliaru che deteneva l’interim, ha provato a spacciarsi per colui che avrebbe salvato il nostro comparto agropastorale da morte certa. In realtà, quello messo in campo da Paci e avallato dalla maggioranza non è altro che un espediente ben studiato: il grosso degli interventi finanziari avrebbe dovuto ricadere in capo al Governo, con lo sblocco dei pagamenti Agea, che peraltro non costituiscono risorse fresche ma solo il pagamento di quanto lo Stato deve alle aziende, e il ritiro delle eccedenze affidato al bando per gli indigenti. Ancora una volta, l’esecutivo nazionale di centrosinistra si dimostra tutt’altro che amico della Sardegna. Il bluff degli aiuti ai pastori è lo specchio del fallimento della Giunta nel reperire i soldi necessari per affrontare i problemi della Sardegna”.
“Ancora una volta il governo fa promesse da cattivo pagatore, che non vengono mai mantenute – ha commentato Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia – E’ inutile che i renziani romani e i loro pappagalli isolani ripetano che l’agricoltura è strategica se poi negli atti non c’è un minimo di coerenza con gli annunci e gli spot a buon mercato. Questo governo non è espressione di una volontà popolare espressa con un voto, non fa nulla e tira solo a campare. Prima va a casa insieme ai suoi seguaci del Pd sardo meglio sarà per tutti”.
Una voce critica si è levata anche dalla maggioranza: “Gli stanziamenti sono inaccettabili – ha commentato Eugenio Lai, consigliere regionale ex Sel – impongono alla Giunta ed al Consiglio regionale una risposta forte e determinata contro un provvedimento che, per l’ennesima volta, danneggia in modo pesantissimo i pastori sardi. La gravissima crisi della pastorizia in Sardegna richiede risposte immediate ed eccezionali. Senza un sostegno concreto e con appena qualche ‘elemosina’ di Stato, pastorizia ed agricoltura non ripartono e rischia di fermarsi tutta l’economia sarda, un’eventualità che le Istituzioni autonomistiche non devono nemmeno prendere in considerazione”. (red)
(admaioramedia.it)