Il Movimento 5 Stelle, anticipando la scelta dei candidati per le elezioni regionali, avrà forse evitato il caos del 2014, quando si divise fino all’ultimo saltando la tornata elettorale, ma non sembra abbia fatto un buon affare nel designare candidato ‘governatore’ l’ex sindaco di Assemini, Mario Puddu.
L’aspirante, in mancanza di programmi (il ritardo di elaborazione sta preoccupando gli attivisti), ha deciso di inondare le redazioni dei giornali di comunicati stampa, inanellando una gaffe dietro l’altra. Proseguendo nel solco tracciato, in tempi non sospetti, con la designazione ufficiale dell’ormai espulso deputato-velista Andrea Mura (da lui reclutato salvo poi incolpare della scelta l’intero Movimento 5 Stelle) e col paragone di dubbio gusto tra i variopinti costumi del raduno leghista di Pontida e certe sconvenienti mise visibili nei gay pride, ai quali il ‘sinistrorso’ grillino è instancabile partecipante. Su questa falsariga, Puddu ha platealmente calvalcato la lotta contro i ‘poteri forti’ del pastore di Teulada, Ovidio Marras, che, a difesa della propria azienda agricola, ostacolò il progetto di lottizzazione di Tuerredda. Ma, a parte il fatto che si tratta di una questione su cui la popolazione di Teulada è ancora divisa, se qualcuno ebbe meriti furono il Wwf e Italia Nostra, non certo l’evanescente M5S sardo, e men che meno l’ex sindaco asseminese.
Il crescendo rossiniano prosegue con l’intemerata antifascista sul funerale del docente sassarese Todini, notoriamente schierato a destra e commemorato con saluti romani e altre esternazioni astrattamente ‘fasciste’ (da tempo considerate inidonee dalla Cassazione, in tali contesti, a rendere configurabile l’apologia di fascismo), con l’accusa al Partito democratico (prontissimo a strumentalizzare la vicenda) di non poter dare “lezioni di antifascismo” per non aver partecipato alla manifestazione antifascista e antirazzista tenutasi a Macerata lo scorso febbraio, di fatto attaccando lo stesso leader nazionale del M5S, Luigi Di Maio, che aveva nettamente preso le distanze da tale manifestazione.
Infine, proprio ieri, Puddu ha attaccato nuovamente il Pd per la designazione di Francesco Lilliu, segretario provinciale del partito e avvocato, nel ruolo di capo di gabinetto dell’Assessore regionale del Turismo, parlando di “lottizzazione”, alludendo alle sue parentele personali e ‘politiche’ e alla sua pretesa mancanza di un curriculum adeguato. Causando come effetto che diversi commentatori sui social gli abbiano ricordato casi analoghi di ‘lottizzazione’ targati M5S: dalla designazione dell’ex star del “Grande fratello”, Rocco Casalino, niente meno che nel ruolo di portavoce del premier Conte, a quella dell’ex iena, Dino Giarrusso (non eletto alle ultime elezioni politiche), nello staff del Ministero dell’Istruzione.
Evidentemente, Puddu non ha ben presente che i capi di gabinetto degli assessori regionali sono incarichi temporanei e fiduciari, tanto che che cessano insieme alla permanenza in carica di chi li conferisce, sicché parlare di una ‘lottizzazione’, ampiamente praticata anche dalle amministrazioni targate Cinquestelle, è senza senso: quando questa Amministrazione regionale, come sembra pressoché certo ma non necessariamente a favore dei grillini, dovrà cedere il passo, Lilliu tornerà tranquillamente a fare l’avvocato.
Nel magico mondo del M5S sardo, in cui può capitare davvero di tutto, come l’elezione a senatore di un avvocato che alle elezioni comunali di Sassari aveva ottenuto appena 78 preferenze, sembra andare bene così, nonostante il dissenso sia abbastanza diffuso e qualcuno teme che tanti elettori del M5S possano emigrare verso altri lidi politici. Sarà difficile che le magre figure di Puddu, ‘cartina tornasole’ di una dubbia adeguatezza all’incarico a cui ambisce, restino prive di effetti, come se ogni esternazione del candidato rappresentasse una buccia di banana.
Caesar
(admaioramedia.it)