E’ stato annunciato con enfasi dal presidente Pigliaru: “Un significativo passo in avanti nell’esercizio pieno, da parte dei Sardi, delle possibilità che già oggi gli ordinamenti statali e europei riconoscono loro”. Si tratta del procedimento per l’attivazione delle zone franche con natura doganale in diverse aree della Sardegna, con “l’obiettivo di superare la crisi economica rafforzando le condizioni per agevolare lo sviluppo, potenziare le imprese che già operano in Sardegna e attirare nuovi investimenti”. Verranno istituite su iniziativa dei territori interessati, in base a piani di sviluppo territoriali, che dovranno prevedere la sostenibilità economica dell’intervento.
La Giunta ha anche approvato due zone franche non intercluse richiesta dal Comune di Olbia e per l’area di Portovesme, Seruci, Sant’Antioco, come definita nell’ambito della strategia del Piano Sulcis. Dopo l’approvazione sarà necessario per il parere di merito della competente Commissione del Consiglio regionale. Ultimo passo sarà l’istituzione vera e propria delle zone franche, prevista con Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Abbiamo messo ordine in una vicenda che fino ad oggi aveva goduto più delle attenzioni della propaganda che delle cure della Pubblica Amministrazione – ha detto il presidente Pigliaru – Una possibilità delineata dallo Statuto e mai attuata, rafforzata da un decreto legislativo nel lontano 1998, ha finalmente oggi un percorso attuativo chiaro e ben delineato per tutte le amministrazioni locali che vorranno concretizzarlo “. Inoltre, per avere più peso nell’Unione europea e per accrescere le possibilità di creare una zona a fiscalità di vantaggio, intesa come misura compensativa dello stato di insularità, si sta valutando l’ipotesi di costituzione di una macroregione composta da Sardegna, Corsica e Baleari.
Non tutti hanno brindato per il provvedimento dell’Esecutivo, a cominciare da Mario Carboni, storico dirigente sardista e presidente della Fondazione Sardegna Zona Franca, che ha parlato di “Zona franca sarda in lutto”, ma anche dall’Aula di via Roma arrivano le prime critiche: “Non c’è alcuna zona franca nella delibera approvata – ha contestato Marcello Orrù, consigliere regionale del Psdaz – Si tratta di semplici depositi franchi (zone franche non intercluse) che, oltre a svilire lo Statuto sardo, peraltro dal 1 giugno 2016 moriranno ancor prima di nascere in quanto scadrà la proroga prevista nel codice doganale comunitaria. E’ solo una ennesima presa in giro che non porterà una sola impresa ad insediarsi in Sardegna. Purtroppo la Giunta ha rinunciato alla battaglia che la precedente guidata da Cappellacci aveva avviato e portato quasi a conclusione. Un’occasione perduta e l’ennesimo abbassamento di braghe da parte della Giunta Pigliaru dinnanzi ad un Governo nazionale che dimostra ogni giorno di essere distante dai problemi di sardi e nemico della nostra terra”.
Anche l’ex governatore, Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, è intervenuto per spegnere gli entusiasmi: “L’unica, vera, zona franca che può dare una scossa positiva alla nostra economia è quella integrale della Sardegna. Sulla zona franca integrale c’è la nostra istanza che giace nel cassetto del Governo Renzi, al quale spetterebbe il compito di esprimere quel pronunciamento necessario ad avere il via libera dell’Unione europea e che non è mai arrivato, complice quel Pigliaru che ha ammainato la bandiera e ha definito ‘un incubo’ la proposta. Nonostante anche sulle zone franche doganali avesse, lo consideriamo un obiettivo minimo, avesse già trovato il lavoro pronto, la Giunta Pigliaru, arrivata quasi a metà mandato, è ancora alle delibere quadro e alle lezioni teoriche”. (red)
(admaioramedia.it)