Raccontano che – in silenzio – alla Soprintendenza dei Beni culturali e archeologici, al posto di Fausto Martino, si sia insediata Maura Picciau, un ottimo cavallo di ritorno. Chissà se la nuova responsabile è stata aggiornata sul progetto di ‘risistemazione’ dell’altare della Cattedrale studiato nei mesi scorsi, clamorosamente scoperto da un un devoto cronista, e sarebbe interessante sapere cosa ne pensa di quanto Miglio e confratelli vogliono fare nel tempio della cristianità cagliaritana. Un altro clamoroso caso di mala-comunicazione diocesana: volendo toccare la Cattedrale, il Vescovo non dovrebbe prima informare accuratamente i fedeli?
Domande destinate a rimanere senza risposta in una Diocesi sempre più confusa e attendista, in cui – pare – almeno due preti abbiano lasciato la tonaca per vicende sentimentali, ma non siano ancora stati sospesi ufficialmente dal dire messa. Serve a poco segnalare la recente nomina fatta da Miglio, che ha indicato come direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro il diacono permanente Ignazio Boi, ma non cambierà nulla: “Succede a monsignor Giulio Madeddu – recita il comunicato sul sito della Diocesi, di cui pochi si sono accorti – a conclusione del secondo triennio di direzione dell’Ufficio”. Boi – di ormai sbiadita matrice Acli, passato dalla ricca formazione professionale pre-Soru e planato in un comodo ufficio in Regione – è uomo di fiducia del potente Ottavio Utzeri, parroco di Sant’Anna, che fu segretario di Ottorino Pietro Alberti. Infatti, Boi è l’unico caso di diacono ‘pret-à-porter’: mentre gli altri ruotano e si spostano, lui segue da sempre le sorti di Utzeri.
Sono altre le nomine di cui il capo della Chiesa cagliaritana dovrebbe occuparsi. Una è quella di Luca Pretta, il parroco defenestrato da Gesico e passato indenne dalla gogna mediatica e giudiziaria, al quale mai Miglio ha restituito dignità e onore. Sarebbe anche interessante capire che fine abbia fatto Massimiliano Pusceddu, il prete-pugile attualmente sotto giudizio per la vicenda di Elmas. A impensierire il Vescovo pare siano questa vicenda e quella di Pascal Manca, che attende il giudizio di appello dopo la condanna in primo grado per abusi sessuali. In caso di condanna, infatti, il presule potrebbe essere chiamato a prendere provvedimenti drastici: quelli che il suo omologo oristanese, Ignazio Sanna, ha preso immediatamente contro due preti finiti in guai giudiziari. A Cagliari non funziona così: meglio attendere, attendere e ancora attendere. Come dicono si stia facendo per non intervenire nella vita di alcuni anziani sacerdoti della Diocesi, alle prese con problemi legati ad eredità sostanziose ed a quanto pare finiti nelle mani di improvvisati badanti con pochi scrupoli che potrebbero ingrassarsi e ridurre i malcapitati (nella lista ci sarebbe anche un vescovo emerito) sul lastrico, lasciandoli senza nemmeno i soldi per pagarsi il funerale. D’altra parte, Miglio è in scadenza: la data indicata è preferibilmente entro luglio 2019, grazie alla proroga papale ottenuta, a quanto pare anche per mettere ordine nei conti diocesani. Dunque, meglio aspettare, con pazienza, il corso degli eventi.
Zaccheo
(admaioramedia.it)