Che senso abbia gioire per aver raccattato meno di un migliaio di voti è roba da palati fini della politica, ma è quello che sta accadendo in queste ore al Popolo della Famiglia, autoproclamatosi alfiere della rappresentanza cattolica e sceso in campo anche a Cagliari con il serafico avvocato Alberto Agus, ultimo nella lista dei candidati sindaco quanto a voti raccolti.
I tempi del blocco unico cattolico sono finiti da un pezzo, ma gli alfieri sardi del progetto di Mario Adinolfi sembrano non essersene accorti. L’obiettivo nemmeno tanto nascosto del giornalista romano – che ha sfruttato l’onda lunga del secondo Family Day, prendendo furbescamente in contropiede gli organizzatori – è quello di arrivare in Parlamento con il sogno mai sopito di farla pagare a Renzi. Con il premier, il pluridivorziato (ma sedicente difensore della famiglia, chissà quale delle tante…) Adinolfi ha più di un conto aperto, e per raggiungere il suo scopo è riuscito a metter su un manipolo di duri e puri, fortunatamente nemmeno in tutta Italia. Non gli è andata meglio rispetto alla sfortunata esperienza de “La croce”, il quotidiano che prometteva sfracelli, ridotto ormai alla stregua di una newsletter per pochi intimi. Va da sé che un progetto politico di questo genere può attirare un po’ di persone in buona fede (come certamente è Agus) e un po’ di illusi che non hanno mai fatto politica, e che in fondo pensano che sia facile ottenere il consenso. Nelle ultime amministrative molti si saranno ricreduti, non solo in questa lista, dovendo prendere atto che votare qualcuno non equivale a cliccare ‘mi piace’ su una pagina facebook. Il punto è che lo schema dei cattolici duri e puri non funziona più. La teoria dei blocchi contrapposti è morta e sepolta, la logica dei recinti chiusi non funziona più. Per fortuna. L’epoca dei “noi bravi da questa parte, gli infedeli tutti al di là del muro” è terminata, grazie a Dio. E da un pezzo.
Il “popolo della famiglia” pare non essersene accorto, e infatti esulta per il migliaio di voti incassati in città. Pochi, pochissimi, completamente insufficienti ad avere una qualunque rappresentanza in Consiglio comunale: del trucco di Adinolfi deve essersi accorto anche Kiko Arguello, il fondatore delle comunità neocatecumenali. In tutta Italia, ad una prima fase in cui esponenti anche importanti del Cammino hanno aderito e accettato la candidatura nel PdF è seguita – devastante – una clamorosa marcia indietro in cui il fondatore del Cammino ha richiamato i suoi alla responsabilità di non confondersi con i destini di un partito messo su alla rinfusa ben prima del secondo Family Day. E così anche le comunità cagliaritane hanno tirato vistosamente il freno a mano nella ricerca dei voti per conto terzi: anche se, onestamente, poco o nulla sarebbe cambiato. E non si dica che l’obiettivo non era entrare in Consiglio comunale. Sarebbe davvero una consolazione da fessi: se vuoi fare politica, devi seguirne le regole. Sarebbe come dire che vuoi giocare a rugby, ma con le norme del tennis. Non è un caso che a livello nazionale anche Gandolfini e Miriano (due delle anime più accese dei raduni teocon dei cattolici) si siano apertamente dissociati e abbiano lasciato andare Adinolfi e Amato alla deriva.
Qualcuno avverta i candidati sinceri del Popolo della Famiglia di Cagliari che oggi la politica ha altre regole, e che oggi è il tempo della condivisione e del dialogo, con destra e sinistra (non a caso concetti sempre meno densi di significato, ormai permeabili di contenuti). Non più steccati, ma contaminazione: con un’identità chiara, il confronto non fa paura. Se l’identità non è chiara, allora ci si nasconde dietro parole d’ordine sempre più vuote di significato. Se i cattolici oggi vogliono contare ancora qualcosa, hanno l’obbligo di sporcarsi le mani con e dentro gli schieramenti, di dire la loro a voce alta. Non di inseguire progetti di egemonia che sono già falliti da tempo, forse mentre loro studiavano e non leggevano i giornali. E sono già tantissimi a farlo, e l’hanno fatto anche stavolta, confusi – si fa per dire – nelle liste di centro, destra e sinistra, alcuni con notevoli risultati in termini di voti. D’altra parte, il loro Fondatore ha mandati i cattolici ad “essere il sale della terra”. Il sale – per definizione – non resta compatto in un punto, ma si spolvera su tutte le pietanze.
Zaccheo
(admaioramedia.it)
4 Comments
webnauta59
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