Chissà cosa ne penserebbe Lucifero, il santo vescovo di Cagliari. O cosa ne direbbe – per citare qualcuno più vicino ai giorni nostri – l’indimenticato monsignor Ernesto Maria Piovella, il presule tanto caro ai cagliaritani che governò la diocesi dal 1920 al 1949. Sarebbe stato simpatico vedere come avrebbe reagito l’arcigno Sebastiano Baggio, finora l’unico vescovo nell’ultimo secolo ad arrivare nell’Isola da cardinale. O come avrebbero spiegato al compianto monsignor Paolo Botto – l’arcivescovo che nel 1960 fece costruire il seminario diocesano di via Cadello – che l’aula magna di quella costruzione avrebbe ospitato in questi giorni nientemeno che la “reincarnazione di Santa Teresa d’Avila”.
Certamente a non pronunciarsi adesso è l’unico che invece avrebbe il dovere di farlo per impedire lo scempio: Arrigo Miglio, che quel locale deve aver concesso (a pagamento) all’Università di Aristan di Filippo Martinez. L’allegra brigata del regista oristanese ha pensato bene di chiudere con il botto il suo improbabile anno accademico: Benito Urgu reincarnerà Totò, mentre la giornalista Virginia Saba (si legge su un sito) “accoglierà l’anima di Teresa d’Avila, la santa raccontata nel momento dell’estasi da Gian Lorenzo Bernini”. “Seconda donna dopo Caterina da Siena a essere stata proclamata Dottore della Chiesa – commenta gioiosa la giornalista a poche ore dalla manifestazione – rivendicò l’amore spirituale femminile invitando a godere del giardino di delizie presente in tutti noi”. Facile dunque immaginare dove la rappresentazione andrà a parare.
Peccato che teatro della presunta ‘reincarnazione’ sia proprio l’aula magna del seminario arcivescovile, che nei suoi anni gloriosi ha visto la formazione di decine di sacerdoti, molti dei quali oggi alla guida delle parrocchie cittadine. Tutto a pochi metri da una cappella che ospita immagini sacre, crocifissi e madonne e da un’altra che ha accolto Benedetto XVI. Miglio – quello spazio – lo affitta a chiunque ne faccia richiesta, senza verificare minimamente l’uso che ne intende fare. Sono in tanti a raccontare i malumori sempre meno sopiti di buona parte della Curia per le scelte del vescovo piemontese giunto in Sardegna controvoglia: tanti sacerdoti preferirebbero concedere l’uso di quei locali gratuitamente e dopo attento esame, anziché alimentare voci di un mercato da affitto, con cifre pare abbastanza modeste. O le casse della diocesi sono così mal messe da giustificare l’affitto degli spazi destinati al culto e a ben altri usi a scopi commerciali?
Certo, la guida di una diocesi non dovrebbe concedere con leggerezza l’uso di locali a chi dileggia la religione e a chi addirittura con ironia simula la reincarnazione di una delle sante più importanti per la Chiesa cattolica. Quello stesso tipo di spazi, in altre diocesi, è stato utilizzato per accogliere i migranti: qui invece lo si concede per ‘lezioni’ (a pagamento, perché ogni iscritto paga, ça va sans dire) dell’ateneo fricchettone. Si dirà che è un utilizzo a pagamento, ma la domanda che in tanti si pongono è se poche centinaia di euro (di questo si parla, spiegano i ben informati) possano mai giustificare o almeno permettere la derisione e lo scherno, dato che tra le reincarnazioni nel calendario dell’università di Martinez c’è addirittura quella di Gesù di Nazareth (lo dice il loro sito). Arrigo Miglio accetta trenta denari in cambio della libertà di insulto e di ironia dissacrante su quello che di più sacro esiste?
Rappresentazioni, si dirà: scherzi, niente più che un divertissement. Certo, non siamo così bigotti, ma davvero non esiste più l’etica del limite. Per farsi accettare e in nome di una finta tolleranza, parte della Chiesa preferisce sottomettersi al mondo, non opporsi, lasciar fare. Provate a pensare cosa sarebbe successo se – in nome del perbenismo e dell’assenza di contrasti tanto cara ad Arrigo Miglio – l’Università di Aristan fosse andata in una moschea a interpretare la reincarnazione di Maometto.
Zaccheo
(admaioramedia.it)
4 Comments
webnauta59
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FaberSardo
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g_grimaldi73
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