Si è chiusa con un bilancio straordinario la 51esima edizione del Vinitaly di Verona. Le 98 aziende sarde che hanno partecipato alla kermesse internazionale (71 inserite nella Collettiva regionale e 22 organizzate per conto proprio) hanno infatti portato nell’isola 39 dei 441 premi assegnati complessivamente. Ma soprattutto hanno potuto esporre i loro prodotti in una vetrina eccezionale. Negli spazi di Veronafiere, 4270 aziende provenienti da 30 Stati si sono infatti potute presentare a 128mila visitatori provenienti da 142 Paesi e a oltre 30mila buyer stranieri (cresciuti dell’8% rispetto allo scorso anno). Inoltre tutti i prodotti che hanno ottenuto un punteggio di almeno 90, e tra questi tanti vini sardi, sono stati inseriti nella prima guida 5Star Wine the Book 2017.
L’ultimo giorno in fiera ha avuto come protagonista la Vernaccia: circa 370 ettolitri prodotti nei 333 ettari coltivati in tutta l’isola, di cui 270 nella sola provincia di Oristano. Le iniziative sono state aperte da Giuseppe Carrus, vice curatore della guida Vini buoni d’Italia del Gambero Rosso, con il supporto di Pier Paolo Fiori, Agronomo dell’Agenzia Agris, che ha presentato “La Vernaccia, l’oro di Oristano”. E’ seguita e la degustazione di 6 tipologie di Vernaccia differenti per età e per zona di origine. Fiori, ha inoltre presentato le principali DO e IG regionali da vitigni Torbato, Semidano, Cagnulari e Bovale sardo, e dei loro terroir più significativi. È seguita poi una degustazione guidata di 5 vini, in abbinamento con i prodotti della gastronomia tradizionale (formaggi, salumi, pani).
“Non possiamo che essere più che orgogliosi del risultato straordinario portato a casa dalla delegazione dei viticoltori sarda”, ha commentato l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria. “Da Verona abbiamo raccontato a tutto il mondo una terra di produzioni enologiche di eccellenza, frutto di un lavoro costante di tanti imprenditori, grandi e piccoli, che si stanno affacciando sui mercati internazionali sicuri di proporre ai consumatori una qualità unica che viene da un ambiente e una tradizione che pochi possono vantare”. Caria ha però invitato il mondo dell’impresa e la politica a lavorare ancora più assieme: “Dobbiamo fare più sistema, più rete, massa critica per presentarci con la giusta forza nell’export destinato ai mercati storici e a quelli emergenti. La Regione c’è ed è pronta a fare la sua parte”. (red)
(admaioramedia.it)