La materia urbanistica in Sardegna è un tema molto sentito e spesso gli interventi in tale settore rimangono a livello di annuncio e quando si interviene concretamente spesso lo si fa in maniera superficiale senza considerare le implicazioni conseguenti. Spesso e volentieri detti interventi comportano complicazioni per le sorti delle singole abitazioni e per la vita dei cittadini coinvolti.
In questi casi rientra, ad esempio, il quadro derivante dall’articolo 5 della Legge regionale 23 del 1985, che disciplina la materia delle cosiddette “variazioni essenziali” ovvero delle difformità delle costruzioni rispetto al progetto edilizio approvato. Dette difformità spesso determinano l’incommerciabilità del bene e, nei casi più gravi, la demolizione delle abitazioni anche se in linea con le regole sostanziali del settore urbanistico-edilizio. Questo articolo della normativa regionale, più severo dell’omologo nazionale, prevede tutta una serie di situazioni che il futuro governo regionale dovrà considerare per contemperare le esigenze di tutela del territorio con quelle di fruizione e commerciabilità delle proprietà edilizie di molti cittadini. Spesso, stante così la normativa, vengono definite “variazioni essenziali” anche ipotesi di difformità meramente formale, come il caso della diversa localizzazione dell’edificio all’interno del lotto urbanistico di pertinenza. Questo caso, pur in assenza di concreta lesione di interessi altrui e degli interessi ambientali e paesaggistici degni di tutela, alla luce della normativa regionale potrebbe portare all’impossibilità di regolarizzare le costruzioni se non addirittura alla demolizione in quanto formalmente configurabile come variazione essenziale/difformità totale.
Spesso con semplici interventi si risolvono i problemi di migliaia di proprietari edilizi, perciò va assolutamente abrogato il comma 1, lettera d, dell’articolo 5 della Legge 23, che definisce le “variazioni essenziali”. Sarebbe utile che il legislatore regionale non facesse a gara con quello nazionale e si limitasse a cogliere lo spirito della normativa superiore, tenendo ben presente che non ci sono premi da vincere e che la normativa ha la funzione di regolamentare le attività umane, non di impedirle.
Pierluigi Mannino – Consigliere comunale di Cagliari di Fratelli d’Italia
(admaioramedia.it)