L’urbanistica si è dimostrata una materia estremamente sdrucciolevole per il centrosinistra sardo. Sin dai tempi di Renato Soru, costretto alle dimissioni proprio per uno sgambetto della sua maggioranza su questa materia scivolosa. Anche il disegno di Legge sull’urbanistica della Giunta Pigliaru, presentato dall’assessore all’Urbanistica Cristiano Erriu, rischia di essere un terreno molto pericoloso. Il provvedimento ha infatti immediatamente suscitato la reazione veemente delle associazioni ambientaliste che hanno visto nella bozza addirittura il superamento del sacro limite dei 300 metri dal mare introdotto dalla mitica legge salvacoste di Renato Soru.
“Il disegno di legge prevede anche incrementi volumetrici del 25% nella fascia costiera e addirittura nei 300 metri dal mare in violazione delle norme di tutela in vigore”, si legge nell’appello Salviamo le coste della Sardegna sottoscritto da Francesco Guillot per la Lipu Sardegna, Graziano Bullegas per Italia Nostra Sardegna, Maria Antonietta Mongiu per il Fai Sardegna e Carmine Spada per il Wwf Sardegna.
Secondo le associazioni ambientaliste il Ddl urbanistica del presidente Francesco Pigliaru e dell’assessore all’Urbanistica Cristiano Erriu, ribattezzato sarcasticamente ddl edilizia, prevede incrementi volumetrici in deroga per strutture ricettive, e non esclude le residenze sul mare; consente incrementi volumetrici anche a struttura che ne hanno già usufruito in passato ed infine prevede accordi in deroga con variante del Piano Paesaggistico Regionale.
Per questo ricordando che il Piano Paesaggistico regionale definisce la fascia costiera una “risorsa strategica fondamentale per lo sviluppo sostenibile del territorio sardo”, i rappresentanti di Lipu, Italia Nostra, Fai e Wwf chiedono a Pigliaru ed Erriu di “eliminare dal testo gli incentivi che danno continuità al piano casa tutte le norme palesemente in contrasto con il Ppr e quindi le deroghe che potrebbero riversare ulteriori volumi edilizi sulle coste che non allungherebbero la stagione turistica ma che consumerebbero la più preziosa risorsa ambientale della Sardegna precludendola alle generazioni future”.
Pigliaru ha affidato ai social network la sua replica. “Per alcune associazioni ambientaliste la nostra legge urbanistica consentirà una aggressione incontrollata nella fascia dei 300 metri” scrive il presidente sardo su Facebook. “Non è così. Nella nostra proposta, nella fascia dei 300 metri si possono fare poche cose di buon senso. Nessun nuovo albergo, per esempio. Solo ed esclusivamente la possibilità per gli alberghi che già esistono di adeguare le proprie strutture al fine di affrontare meglio un mercato turistico che in questi anni è cambiato enormemente. E per aiutarci a portare i turisti nelle stagioni di spalla, non solo a luglio e ad agosto. Nient’altro. Il tutto con controlli severi per garantire la serietà dei progetti che verranno presentati”.
Secondo il presidente della Regione se la proposta della Giunta venisse bocciata “avremmo di fronte a noi lo scenario peggiore: strutture ricettive che invecchiano e che, pur continuando a occupare la fascia dei 300 metri, saranno sempre meno in grado di produrre lavoro e benessere per il territorio. Questa è l’alternativa di fronte a noi. Di questo dovremmo parlare, nel merito, senza ideologie né brutali semplificazioni che falsano ad arte il senso della nostra proposta”.
Pigliaru riporta anche le dichiarazioni rilasciate dall’assessore Cristiano Erriu al quotidiano La Nuova Sardegna, in cui il responsabile dell’Urbanistica ribadisce “l’importanza strategica, per l’economia isolana, di un turismo costiero di alta qualità già insediato e consapevole della propria attrattività fondata su valori paesaggistici e ambientali di eccellenza, ma che richiede un inderogabile miglioramento dell’ offerta finalizzato all’aumento del valore aggiunto e dell’allungamento della stagione turistica. Tutto ciò senza togliere alcuno spazio alle questioni riguardanti il turismo interno, le politiche della continuità territoriale, la programmazione e gestione del trasporto pubblico, la salvaguardia dei valori ambientali oggetto di specifici obiettivi di tutela. Che sono però altra cosa”.
Anche l’opposizione si inserisce in questa querelle, ma in senso diametralmente opposto. E’ il vicepresidente del Consiglio regionale Ignazio Locci a paventare nella legge urbanistica un blocco totale allo sviluppo dell’edilizia in Sardegna, soprattutto nel residenziale urbano.
“Non ci interessano le “ideologie”, né le “brutali semplificazioni” cui si riferisce il presidente della Regione Francesco Pigliaru quando risponde a chi auspica modifiche alla Legge Urbanistica – scrive Locci-. Ci chiediamo, molto più semplicemente, se non esistano gli estremi per apportare correzioni che conducano a un miglioramento del testo, in particolare in riferimento alla disciplina concernente il residenziale urbano. La vera preoccupazione – spiega Locci – è costituita dalle volumetrie per il residenziale urbano: quello che temiamo è che si possa arrivare ad una situazione peggiore di quella creata dalle politiche di Renato Soru”.
In buona sostanza, secondo l’esponente di Forza Italia, la legge voluta dalla Giunta offrirà un ampio ventaglio di possibilità di ampliamento volumetrico nel residenziale a fini turistici, ma finirà per porre un freno alle volumetrie nel settore urbano. “Le tipologie di calcolo introdotte da questa legge costituiscono un inevitabile ostacolo allo sviluppo. E si tratterebbe di un impedimento talmente pericoloso da far rimpiangere l’era di Renato Soru, che ha segnato l’inizio del tracollo dell’edilizia. Ecco perché chiediamo che si tengano in considerazione i nostri suggerimenti al fine di giungere a modifiche utili al sistema. Diversamente, il comparto dell’edilizia andrà incontro ad una fase ancora più drammatica di quella che sta attraversando”. (red)
(admaioramedia.com)