Quanti sanno chi era Pierino Ollanu? Quarant’anni fa, il 3 maggio 1979, durante la fase iniziale della campagna elettorale per le elezioni politiche, un commando delle Brigate rosse attaccò la sede regionale della Dc a Roma, in piazza Nicosia. Appena un anno prima era stato trucidato Aldo Moro. I brigatisti agirono divisi in tre gruppi: due nuclei, guidati rispettivamente da Bruno Seghetti e Prospero Gallinari, entrarono dentro la sede del partito e occuparono il primo e il secondo piano, mentre il gruppo guidato da Francesco Piccioni rimase sulla piazza, per contrastare eventuali interventi delle forze dell’ordine.
Dopo aver immobilizzato i presenti, i brigatisti del gruppo di Seghetti collocarono nell’edificio quattro ordigni esplosivi e fuggirono portandosi via schedari e documenti. Nel frattempo Gallinari, posizionato all’ingresso della sede Dc, e il gruppo guidato da Piccioni, fecero fuoco contro una pattuglia della polizia che era accorsa sul luogo, crivellandone la vettura a colpi di mitra. Spararono sicuramente il kalashnikov di Piccioni e l’M12 di Anna Laura Braghetti.
Il brigadiere Antonio Mea morì sul colpo, mentre l’agente Pierino Ollanu morì il 10 maggio successivo, a seguito delle ferite riportate. Un terzo agente, Vincenzo Ammirato, rimase ferito. Ollanu era di Gergei. Aveva lasciato il paese del Sarcidano, dove aiutava il padre in campagna, per crearsi un futuro più certo. Ed una famiglia. Per lasciarsi alle spalle una situazione di precarietà, perché quelli erano i tempi. Ma non andò così.
Giorgio Fresu (da “Tepilora.info”)
(sardegna.admaioramedia.it)